domenica 18 dicembre 2011

2012: il (non) rischio di un'esplosione di supernova vicina

Una tra le molte tesi millenariste legate all'anno che verrà prevede che la fine del mondo sia causata dall'esplosione di una supernova o da un lampo di raggi gamma. Gli scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA forniscono le stime reali sulla probabilità che simili eventi possano coinvolgerci.

Supernova , impressione artistica
Anche se la maggior parte delle persone in questa fine anno è preoccupata più da possibili catastrofi economiche che da quelle cosmiche, con l'avvicinarsi del 2012 - anno fatale secondo la leggenda del "calendario maya" - è previsto un ritorno di fiamma delle stucchevoli fantasie millenaristiche che vorrebbero che con la fine del 2011 si avvicini anche la fine del mondo. E una tra le idee più gettonate dai catastrofisti sia che l'apocalisse possa venire da un evento cosmico distruttivo, come l'esplosione di una supernova proprio dietro casa nostra.

Nella speranza di stroncare sul nascere la diffusione di queste dicerie, gli scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA hanno diffuso le stime sul rischio reale di simili eventi.

Data la quantità incredibile di energia rilasciata in un esplosione di una supernova - corrispondente a quella che il Sole emette nel corso della sua intera vita - un evento simile che avvenga in prossimità del nostro sistema solare comporterebbe effettivamente dei rischi. In particolare, la radiazione X e gamma proveniente dalla supernova potrebbe danneggiare lo strato di ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti nocivi del Sole. Ma perché l'esplosione provochi danni significativi allo strato di ozono della Terra, l'esplosione di supernova dovrebbe avvenire a meno di 50 anni luce di distanza.

Considerato che tutte le stelle "vicine" potenzialmente in grado di dar origine a una supernova sono però molto più lontane - la supernova più vicina a noi che sia esplosa in tempi moderni è la Supernova 1987, che si è manifestata nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, distante poco meno di 160.000 anni luce - e che nella nostra galassia si presentano da una a due supernove al secolo, gli astronomi escludono qualsiasi rischio reale di un simile catastrofe.

Una composizione di immagini riprese dallo Hubble Space Telescope mostra l’espansione dei resti dell’esplosione di supernova 1987A. (Cortesia NASA/ESA/P. Challis e R. Kirshner/Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.
Un altro evento cosmico esplosivo è rappresentato dai lampi di luce gamma o gamma-ray burst (GRB). Quando una stella massiccia collassa su se stessa - o, meno frequentemente, quando due stelle di neutroni collidono - il risultato è la nascita di un buco nero. Quando la materia circostante cade verso un simile buco nero nascente, a una parte di essa viene fortemente accelerata e va a formare un getto di particelle estremamente intenso. Nell'universo questi lampi di raggi gamma sono molto frequenti, quasi quotidiani se ci si basa sulle stime ricavabili dalle osservazioni dai telescopi spaziali e potrebbero influenzare la Terra in un modo abbastanza simile alle supernove, e da una distanza molto maggiore.

Gli astronomi stimano che un lampo di raggi gamma potrebbe influenzare la Terra fino a una distanza massima di 10.000 anni luce, ma solo se l'orientazione del getto è perfettamente allineato con la linea di vista che lo congiunge a noi. Finora, tuttavia il burst di raggi gamma più vicino mai registrato, noto come GRB 031203, è avvenuto a 1,3 miliardi di anni luce di distanza.

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