Prima di tutto si scrive Intelligenza e non Intelliggenza.
Il più grande pregio della specie Umana |
ll problem solving è un processo mentale volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale. La capacità di problem solving risulta legata al fattore cognitivo di intelligenza, essa infatti è spesso adoperata come misura empirica dell'intelligenza. Il pensiero logico misurato dal quoziente d'intelligenza infatti, all'interno dei processi di problem solving, è applicato alla risoluzione di uno specifico problema. Il problem solving come processo risulta allora maggiormente contestualizzato, cosa che aumenta il grado di successo nella risoluzione dei problemi, portando i soggetti ad ottenere prestazioni più elevate (ossia "più intelligenti"). Il pensiero logico contestualizzato, inoltre, porta ad una misura più attendibile, anche se meno generale dell'intelligenza.
La definizione dell'intelligenza in termini di problem solving rappresenta il primo passo compiuto dagli psicologi da una visione dell'intelligenza di tipo scolastico a concetti più differenziati, come per esempio intelligenza fluida-cristallizzata, o intelligenza logica-creativa, e recentemente i concetti d'intelligenze multiple e intelligenza emotiva.
Come accennato, esistono diversi tipi di intelligenza.
Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l'intelligenza logico-matematica (l'unica su cui era basato l'originale test di misurazione del Quoziente Intellettivo). Ecco, qui di seguito, i 9 macro-gruppi intellettivi:- Intelligenza Linguistica: è l'intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Propria dei linguisti e degli scrittori.
- Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l'emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. È l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. Comune nei matematici, e in generale in chi si occupa della scienza o delle sue modalità applicative (ingegneria, tecnologia etc.)
- Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell' intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative.
- Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. In generale si può riferire a chi fa un uso creativo del corpo, come iginnasti e i ballerini.
- Intelligenza Musicale: normalmente è localizzata nell'emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l'uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce.
- Intelligenza Interpersonale: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi pre-frontali. Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specificamente nei politici e negli psicologi, più genericamente in quanti possiedono spiccata empatia e abilità di interazione sociale.
- Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. E' considerata da Gardner una "fase" speculare dell' intelligenza interpersonale, laddove quest' ultima rappresenta la fase estrospettiva.
- Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell' ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli.
- Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell'universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. Questo tipo di intelligenza è maggiormente posseduta dai filosofi, e in una certa misura dai fisici.
Ora vediamo più nel dettaglio le frasi messe in evidenza nel periodo precedente. Quest'articolo, come ogni storia, è strutturato in 3 pezzi: l'inizio, il centro e ovviamente la fine. Quanto avete appena letto fa parte dei primi due corpi presi in esame.
Il problema di stabilire se le facoltà intellettive siano geneticamente determinate oppure si sviluppino in seguito all'interazione con l'ambiente, si trascina da alcuni decenni senza che si siano raggiunti risultati conclusivi in un senso o nell'altro.
Su questo tema, negli anni '70, si è sviluppato un aspro dibattito, in particolar modo tra Hans J. Eysenck e Leon Kamin, due psicologi che rappresentavano le due opposte concezioni. Gli echi di tale scontro non si sono ancora del tutto spenti, anche perché i termini del contendere non hanno un significato puramente teorico, ma investono, com'è facile rendersi conto, anche il campo sociale, politico, e persino quello dell'etica.
Se, infatti, le capacità attraverso cui si esprime l'intelligenza sono ereditarie, allora è del tutto inutile compiere sforzi, impegnare risorse, umane ed economiche, a favore di individui che sono comunque destinati a rimanere nella mediocrità.
Se, invece, l'intelligenza, almeno nell'età evolutiva, può essere accresciuta tramite appropriate tecniche, viene a cadere ogni alibi per chi vorrebbe che i meno dotati siano abbandonati al loro destino.
Non manca chi sostiene che il grado di intelligenza, al contrario di quanto credono molti innatisti, possa essere migliorato non soltanto nell'età dello sviluppo, ma anche durante l'intero arco della vita di un individuo. Reuven Feuerstein, lo psicologo più rappresentativo di questa prospettiva teorica, ha messo a punto un programma, largamente noto in tutto il mondo, che consente un notevole recupero delle capacità cognitive, nei settori specifici in cui queste sono maggiormente carenti.
Su questo tema, negli anni '70, si è sviluppato un aspro dibattito, in particolar modo tra Hans J. Eysenck e Leon Kamin, due psicologi che rappresentavano le due opposte concezioni. Gli echi di tale scontro non si sono ancora del tutto spenti, anche perché i termini del contendere non hanno un significato puramente teorico, ma investono, com'è facile rendersi conto, anche il campo sociale, politico, e persino quello dell'etica.
Se, infatti, le capacità attraverso cui si esprime l'intelligenza sono ereditarie, allora è del tutto inutile compiere sforzi, impegnare risorse, umane ed economiche, a favore di individui che sono comunque destinati a rimanere nella mediocrità.
Se, invece, l'intelligenza, almeno nell'età evolutiva, può essere accresciuta tramite appropriate tecniche, viene a cadere ogni alibi per chi vorrebbe che i meno dotati siano abbandonati al loro destino.
Non manca chi sostiene che il grado di intelligenza, al contrario di quanto credono molti innatisti, possa essere migliorato non soltanto nell'età dello sviluppo, ma anche durante l'intero arco della vita di un individuo. Reuven Feuerstein, lo psicologo più rappresentativo di questa prospettiva teorica, ha messo a punto un programma, largamente noto in tutto il mondo, che consente un notevole recupero delle capacità cognitive, nei settori specifici in cui queste sono maggiormente carenti.
C'è tuttavia una notevole divergenza di opinioni sull'entità di tale declino e nel definire se esso riguardi allo stesso modo tutte le abilità cognitive o soltanto alcune di esse. In linea generale sembra comunque che il passare degli anni influenzi relativamente poco la capacità di comprendere il linguaggio e di risolvere problemi, mentre ne risentirebbe sensibilmente la velocità di elaborazione delle informazioni e la capacità di concentrazione. Il rallentamento dell'elaborazione sarebbe maggiore nei processi cognitivi di ordine superiore rispetto a quello riguardante i processi senso-motori, come pure quello connesso allo svolgimento di compiti di elevata complessità rispetto a quello relativo all'esecuzione di compiti semplici.
Tutti gli autori si mostrano abbastanza concordi nel riconoscere che l'esercizio regolare delle diverse capacità intellettive costituisca la strategia migliore per rallentarne il declino e mantenerle efficienti fino a tarda età.
Quindi, cari miei lettori, al posto di pensare alla dieta per tentare di far girare la tartaruga al contrario che avete come pancia, sarebbe meglio pensare ad una sana dieta per il vostro cervello. Il fatto che la vostra materia grigia non si vede, non è un buon motivo per non mantenerla in forma. Non si vede, ma si sente.
Il punto
Oggi la migliore psicologia è giunta alla conclusione che il rendimento intellettivo è frutto di determinanti genetiche (i geni del corredo cromosomico) che hanno avuto la possibilità di svilupparsi in determinati ambienti. L'eredità biologica, in altre parole, è una potenzialità che può evolvere a seconda delle circostanze e delle situazioni. Ch'essa esista è dimostrato ad es. dal fatto che il Q.I. dei gemelli omozigoti (cioè geneticamente identici, essendo nati da un solo uovo fertilizzato, aventi quindi lo stesso sesso) è molto simile, molto di più di quanto non lo sia nei gemelli eterozigoti (cioè nati da due uova diverse e quindi geneticamente diversi). Ma questo non impedisce che l'ambiente possa influenzare in modo completamente diverso la coppia di gemelli.Fonti:
Mi sono imbattuto in questa lettura e a favore delle tesi sopra sostenute concordo e osservo che oggi mio figlio ha più bagaglio intellettivo del figlio di un mio avo vissuto due milioni di anni fà. cvd
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