Traiettorie VASIMR |
In questo scenario così stimolante, anche la società privata ”Ad Astra Rocket Company” (AARC) gioca le sue carte. Al gioco si è prestata volentieri l’Agenzia Spaziale Italiana, che ha recentemente organizzato un incontro con Franklin Chang Diaz, presidente e amministratore delegato della società, nonché ingegnere e astronauta veterano della NASA, con sette voli sullo Shuttle al suo attivo, tra cui quello con il nostro Franco Malerba nel 1992. Oltre a Malerba, che ha brevemente integrato la relazione di Diaz, erano presenti vari dirigenti dell’Agenzia, una attenta platea di una trentina di esperti del settore, e due agenti del Tredicesimo Cavaliere.
Veicolo con sistema di propulsione VASIMR |
Se installato sulla ISS , un motore VASIMR potrebbe essere utilizzato per effettuare le frequenti correzioni d’orbita necessarie a mantenere la Stazione a un’altitudine adeguata. E infatti è proprio questo il compito assegnato al primo prototipo del motore che incomincerà la sperimentazione nel 2014, in base ad un accordo sottoscritto con la NASA.
Operazioni in orbita terrestre. Riposizionamento, rifornimento, riparazione, manutenzione e ritiro dal servizio di quasiasi tipo di veicolo o struttura orbitante.
Nave cargo Terra – Luna. Potrebbe trasportare grandi carichi dallo spazio orbitale terrestre alla superice della Luna, a costi ridotti
Missioni NEO. Ideale per rendez-vous con asteroidi o comete in rotta di avvicinamento alla Terra.
Missioni su Marte e nel Sistema Solare esterno. In teoria, proprio queste missioni rappresenterebbero il trionfo della propulsione VASIMR, che consentirebbe di tagliare del 50% la durata dei voli. Al costo, però, di sostituire l’alimentazione elettro-solare con quella elettro-nucleare. Ma toneremo su questo argomento più avanti.
Non si capirebbe appieno la portata del balzo tecnologico rappresentato dalla propulsione al plasma, se prima non si spendesse qualche parola su quella a ioni, alla quale è strettamente imparentata.
Il motore a ioni è un sistema di propulsione spaziale oggetto di studio fin dagli inizi del secolo scorso da parte di Hermann Oberth e Robert Goddard, due dei padri fondatori dell’astronautica. A differenza del razzo a propulsione chimica, che genera una fortissima spinta per brevi periodi, il motore a ioni produce una spinta debole, ma durevole nel tempo, infatti può restare operativo ininterrottamente per mesi, perfino annni. Queste caratteristiche così complementari rendono l’uno insuperabile come lanciatore, l’altro perfettto per la navigazione nello spazio. In breve, il principio di funzionamento del motore a ioni, e del suo successore, il motore al plasma, è riassumibile nel concetto di ottenere una spinta dall’emissione di un flusso di ioni (o di plasma) attraverso l’ugello di scarico del motore. Più il flusso è caldo, maggiore è l’efficienza del sistema, minori sono i consumi del propellente, che nel motore a ioni di solito è il gas xeno. Alcune importanti missioni sono state eseguite usando un motore a ioni, altre sono tuttora in corso, o in fase di progettazione.
E’ facile capire il funzionamento del VASIMR osservando l’immagine qui sopra. Come propellente si utilizza azoto, xeno o argon, ma anche deuterio o idrogeno. Il gas viene ionizzato e trasformato in plasma, poi ulteriormente riscaldato fino a temperature paragonabili a quelle del nucleo del Sole, tramite l’uso di onde radio. Il confinamento del plasma si ottiene grazie a intensi campi magnetici, fino a che esso non viene espulso attraverso l’ugello del motore a velocità elevatissima. Appaiono con evidenza numerose e sostanziali differenze rispetto al motore a ioni:
- Propulsione: plasma invece di ioni. Ciò permette di ottenere maggiore spinta ed efficienza. L’ultimo test eseguito a terra ha dato risultati superiori alle aspettative: velocità dei gas di scarico 50 km/sec, spinta 5,6 Newton, efficienza 72%, alimentazione 200 kw, propellente argon.
- Propellente: non solo xeno. Così’ è più facile reperire il propellente e i costi si riducono, le ultime quotazioni danno l’argon a 40 $/kg, lo xeno a 2000 $/kg.
- Confinamento magnetico: isola il plasma da ogni componente fisico della struttura, cosicché l’affidabilità e la longevità del sistema ne risultano accresciute
- Adattabilità: la spinta dei gas di scarico è regolabile in funzione delle caratterische della missione e l’intero sistema è facilmente modulabile.
- Alimentazione: i generatori dei campi magnetici e delle onde radio consumano molta energia elettrica che può essere ottenuta tramite pannelli solari, finchè la missione si svolge entro l’orbita di Marte.
Franklin Chang Diaz |
Fonte: Il Tredicesimo cavaliere
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