venerdì 2 marzo 2012

Nos sunt exploratorum

La Nasa si auto-celebra.  Il filmato "We are the Explorers" riassume in pochi minuti tutta la storia dell'agenzia spaziale americana. Dato che il nostro senso d'esplorazione non è nato dall'America ma dai nostri avi, il titolo in forma classica rappresenta un elogio a tutta l'umanità: classica, moderna e futura.


Il nostro futuro è nello spazio? 




Il governo americano riduce ogni anno i finanziamenti per l'esplorazione dello spazio, la Russia continua ad avere fallimenti, i prossimi esploratori dello spazio avranno gli occhi a mandarla? E' molto probabile.
Negli ultimi anni la Cina sta avendo un ruolo davvero notevole in termini di programma spaziale: entro il 2020 (!) dovrebbero avere la loro stazione spaziale.
I programmi dell’agenzia spaziale cinese sono guardati con molta attenzione dal resto del mondo. In pochi anni la Cina è riuscita a raggiungere importanti traguardi nell’esplorazione spaziale se consideriamo che il primo volo umano del paese è stato effettuato nel 2003, per giungere allo scorso ottobre quando la missione Shenzhou 8 ha eseguito alcuni docking automatici con il modulo orbitante Tiangong 1.
Per quanto riguarda la NASA, ultimamente hanno fissato le tappe per lo sviluppo dello Space Launch System (SLS).
Il debutto dello SLS, previsto nel 2017, avverrà con una configurazione iniziale con un carico utile in Orbita Terrestre Bassa (Low Earth Orbit o LEO) di 70 tonnellate, per poi essere incrementata a 105 tonnellate dopo il 2020 e raggiungere la massima portata di 130 tonnellate a partire dal 2030.La prima configurazione, nota come SLS Block 1, prevede che il vettore utilizzerà due booster laterali a combustibile solido a cinque segmenti, affiancati al primo stadio a combustibili criogenici -ossigeno liquido/idrogeno liquido-  con 4 motori RS-25D e con un secondo stadio sempre a combustibili criogenici provvisorio, in quanto lo sviluppo del secondo stadio che utilizzerà il motore J-2X non sarà terminato in tempo. In cima allo SLS Block 1 ci sarà la capsula Orion/Multi Purpose Crew Vehicle (MPCV), da utilizzare per le prime due missioni circumlunari denominate Exploration Mission 1 e 2, la prima nel 2017 senza equipaggio e la seconda nel 2021 (nella “peggiore delle ipotesi” secondo i manager della NASA che vorrebbero poterla lanciare nel 2019) con quattro uomini a bordo.La terza missione, o SLS 3, non è stata ancora pianificata.Il percorso di sviluppo fino ad ora tracciato dalla NASA per portare da qui a cinque anni al primo lancio dello Space Launch System prevede molti momenti di verifica intermedi ma anche una maggiore flessibilità di programmazione per potere evitare i problemi d'allungamento dei tempi di progettazione e di realizzazione, verificatesi con l’ormai defunto programma Constellation.


La navetta del futuro: Orion
La capsula Orion che volerà durante la prima missione di test è pronta per essere assemblata al Kennedy Space Center. Un team di tecnici, con precedente esperienza sullo shuttle, è pronto per lavorare sul prototipo che potrebbe volare già alla fine del 2013.
Il veicolo è attualmente in costruzione alla Michoud Assembly Facility (MAF), in Louisiana, e verrà trasportato in Florida il prossimo maggio, dove gli ingegneri della Lockheed Martin cominceranno la preparazione della navicella al volo. In particolare Orion verrà assemblata nell’Operations and Checkout (O&C) Building, dove verranno aggiunti lo scudo termico, i computer di bordo e l’avionica. Già a marzo 2012 comincerà ad arrivare in Florida l’hardware di volo per il modulo di comando, mentre il modulo di servizio per il volo del 2013/2014 sarà un mockup strutturale.

Fonti:

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