martedì 17 aprile 2012

Lavoro sodo e merci giuste

Nel 1983 Indro Montanelli in un suo articolo tracciava un bilancio di fine anno: le paure della gente, la crisi economica, le previsioni sballate degli economisti, la pochezza della politica, l'allarme criminalità. Ma anche la fiducia nella vecchia ricetta Einaudi: meno sprechi, più lavoro e molto buon senso. Eccone alcuni stralci
[...] Un mio amico che da buon fiorentino, ha quel tipo di umorismo che si definisce nero, mi ha telefonato per farmi gli auguri.
Coraggio vecchio mio, mi ha detto, tanto, oramai, il meglio è passato.
I lettori non se ne lascino scoraggiare: è soltanto una battuta. Ma a pensarci bene, l'anno a cui stiamo per dire addio, anche se non è stato precisamente il meglio della nostra vita, non è stato nemmeno il peggio. Intanto, io che scrivo e voi che leggete, siamo vivi: e mi pare già qualcosa, visto i rischi e i trabocchetti fra i quali ci muoviamo.
Ma se devo cavare un pronostico dalla mia cesta, è che questo anno nuovo può anche essere un anno buono purchè lo affrontiamo guardandolo diritto negli occhi, e cioè con molto coraggio.
Lascio da parte i problemi e i pericoli di ordine internazionale. Mi limito a quelli di casa. Che abbiamo di fronte un anno difficile, credo tutti ne converranno.
L'Italia è, fra quelli dell'Occidente, il Paese in cui le cose funzionano peggio, ma la gente vive meglio. Ed è vero. Ma è proprio perchè ci siamo ostinati a vivere meglio, sempre meglio, infischiandoci delle cose che andavano peggio, sempre peggio, che ora forse dovremo fare i conti con una realtà più dura che dovunque altrove.
La crisi, intendiamoci, è generale. Ne soffrono la Germania, l'Inghilterra, la Francia. Ne soffrono gli Stati Uniti che per loro enorme forza produttiva dalle crisi sembrano al riparo, e ora invece contano quasi undici milioni di disoccupati. Ne soffre persino il Giappone nonostante la disciplina, la laboriosità e la sobrietà del suo popolo. Noi italiani abbiamo considerato la crisi come un problema altrui e abbiamo seguito a vivere e a consumare come se la crisi non ci fosse.
Diceva il grande Einaudi che la scienza economica (di cui lui era il maggior luminare italiano) non esiste; esiste solo il buon senso applicato all'economia.
E il buon senso ci dice, in questo caso, due cose. Primo: che nel tunnel della crisi ci siamo cacciati perchè almeno da un paio di decenni viviamo, tutti, dal più al meno, al di sopra dei nostri mezzi, cioè consumando più di quanto produciamo. Secondo: che per venirne fuori bisogna fare esattamente il contrario, cioè lavorare di più e guadagnare e spendere di meno, ma tutti insieme, e non come al solito ognuno aspettando che sia l'altro a farlo.
Il nuovo anno potrà essere anche un anno buono perchè io non credo che il piacere della vita consiste nel guadagnare e spendere sempre di più: questa corsa pazza dietro al superfluo conduce non soltanto alla rovina, ma anche all'insoddisfazione perpetua.
E l'unico augurio sensato che posso fare ai lettori, e anche a me stesso, è che queste parole non rimangano parole, ma diventino un modo di fare diverso, più semplice e meno ansimante di quello che abbiamo seguito finora. Indro Montanelli
Come si può facilmente notare con molta sorpresa, le parole del giornalista -deceduto 10 anni fa- sono più attuali che mai.
Ieri ho assistito ad uno spettacolo teatrale a scuola, intitolato "Coraggio, il meglio è passato!" Questa è la trama dell'opera:
«Il ‘29 era come un casinò da gioco coi dadi truccati. Pochi croupier facevano ballare una massa di gonzi. Vertiginoso, guadagni astronomici, tutto si comprava nella speranza e tutto nella fiducia… E’ questo che ha provocato il crollo, la minima scossa poteva provocare la catastrofe. Non c’erano controlli… Era l’epoca del “tutti milionari”!» (Arthur Miller)
Il trailer

 

Io non sono stato a molti spettacoli teatrali (forse non più di 6) ma devo dire che "Coraggio, il meglio è passato!" mi è piaciuto moltissimo. Non tanto per i costumi che rievocano l'ambientazione dell'epoca. Amo il vestire classico e ho una sorta di nostalgia verso delle epoche che non ho mai vissuto, inclusi i primi decenni del 900'. La soluzione a questo dilemma può essere il film Midnight in Paris. Comunque, ho apprezzato la presentazione per il messaggio e il modo in cui lo comunica.
Non resta che indirizzarvi alla pagina della compagnia che si è esibita in questa performance singolare.

Alcuni si staranno giustamente domandando come mai ho assegnato quel titolo a questo articolo. Le parole provengono da un citazione di Arthur Miller, reperibile dal sito linkato qualche riga sopra.
Recentemente Era Futura ha compiuto un anno di attività. Assieme all'attività reduce da pablaish.ilbello , fanno due anni di blogging. Durante quest'ultimo anno ho assistito ad un aumento progressivo delle visite, rispetto al sito precedente, anche dopo pochi mesi dall'apertura. Questo mi ha reso contento e continua a rendermi tale. Credo tutti converranno col fatto che le oltre 52mila visite siano un ottimo auspicio, nonostante l'anno d'età di questo blog.
Le merci giuste in questo sono gli argomenti: in Era Futura questi spaziano di molto nella sezione Generale, e si ha, a mio avviso, una vasta gamma di scelta fra i 429 articoli pubblicati.
Il lavoro sodo è il rapporto fra numero il degli articoli e il numero di giorni in un anno. Questo ratio è poco più di 1. In questo modo la curiosità di ognuno di vuoi può essere parzialmente sfamata quotidianamente.

Dunque. Che cosa accomuna Miller al teatro e il teatro ad Era Futura? La voglia di esprimersi, in qualunque modo esso sia, è un fuoco che brucia dentro e tutto questo non può essere riprodotto in alcun modo. Curiosità e teatro si assomigliano moltissimo. Sarà per questo che sono rimasto così infatuato dal meraviglioso binomio? 

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