giovedì 21 giugno 2012

La Natura rende giovani

È stata tramandata un’antica leggenda indiana per raccontare le origini del Tè verde: si dice che Siddharta Gautama, fondatore del buddismo, si strappò le palpebre come forma di castigo perchè non riusciva a restare sveglio durante le sue meditazioni, mentre viaggiava per la Cina. 



Secondo la leggenda, una pianta di Tè spuntò nel posto esatto in cui le sue palpebre caddero, offrendogli la capacità di restare sveglio, meditare e raggiungere l’Illuminazione.

Questa leggenda fu scritta tremila anni fa e ci dà delle indicazioni generali sui benefici del tè. O dei suoi superpoteri, come ho scritto l'estate scorsa.

Gunpowder è il tè verde cinese più bevuto nel mondo, dal sapore fresco e pungente. La caratteristica principale di questo tè è la forma di piccole palline che viene data alle foglie durante la lavorazione e che ricordano, appunto, la polvere da sparo: sono essiccate al sole o in appositi locali riscaldati per fermarne l'ossidazione che distrugge la clorofilla e quindi non subiscono il processo di ossidazione tipico del tè nero, mantenendo così inalterati tutti i suoi componenti attivi: vitamine, minerali, componenti volatili e soprattutto i polifenoli, sostanze note per le loro proprietà depurative e antiossidanti, che favoriscono la lotta ai radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento cellulare. Quest'ultimo non è altro che lo squilibro tra la degradazione e la riparazione cellulare. L’invecchiamento sarebbe il risultato delle continue battaglie tra l’efficacia dei sistemi di mantenimento e di riparazione dell’organismo, e dell’intensità di alcuni processi che tendono ad alterarlo e degradarlo, come ad esempio lo stress e il fumo. L’equilibrio di forze in gioco è influenzato in modo variabile da fattori energetici, genetici e ambientali propri a ciascun individuo ed è proprio per questo motivo che è meglio non prendere brutti vizi. Tuttavia, almeno due aggressori partecipano in misura maggiore ai processi di distruzione dell’organismo: le forme attive dell’ossigeno o radicali liberi, e alcuni zuccheri abbondantemente presenti nell’organismo come il glucosio.
Ogni corpo ha bisogno di energia per poter mantenere la sua massa. Il 90% dell’energia richiesta per garantire il funzionamento di una cellula, proviene dall’ossigeno respirato. All’interno delle cellule sono presenti organi specializzati nella produzione di energia: questi minuscoli generatori, i mitocondri, sono dotati di sistemi che impiegano l’ossigeno per formare delle molecole di ATP (adenosina trifosfato) durante una particolare reazione chimica. L’ATP rappresenta una forma di energia direttamente utilizzabile da parte delle cellule, e durante questa reazione chimica alcune molecole tossiche derivate dall’ossigeno riescono a sfuggire. Queste forme attive di ossigeno sono più note con il nome di “radicali liberi”, anche se non tutta appartengono a questa categoria chimica. Le forme attivate dell’ossigeno sono quindi prodotti intermedi e obbligatori del normale metabolismo ossidativo, e rappresentano il prezzo da pagare per produrre energia a partire dall’ossigeno. 
I radicali liberi sono molecole instabili, alla ricerca di elettroni e quindi capaci di reagire immediatamente con altre specie molecolari delle quali alterano la struttura chimica e le proprietà biologiche.
La generazione di radicali liberi aumenta con l’invecchiamento man mano che si deteriora la funzione mitocondriale, e anche se la produzione di energia è la maggiore responsabile della generazione di queste forme attivate dell’ossigeno, altre attività metaboliche producono radicali liberi nell’organismo: per esempio, la sollecitazione dei diversi sistemi di disintossicazione dalle sostanze che ingeriamo, e la stimolazione dei globuli bianchi a opera di processi infiammatori o infettivi si accompagnano a una produzione importante di radicali liberi derivati dall’ossigeno. Altri radicali liberi si formano invece a partire dall’azoto, e in piccola quantità queste specie molecolari vengono impiegate da alcune cellule come mezzo di comunicazione. Le scorie cellulari dovute ai radicali liberi sono implicate in numerose condizioni patologiche legate all’età, in particolare all’aterosclerosi, all’artrite, all’atrofia muscolare, alla cataratta, ad alcune patologie degenerative polmonari e neurologiche e anche nel cancro. Molti studi hanno evidenziato in alcune specie animali la correlazione esistente tra le scorie cellulari ossidative e la longevità.

Ora viene la parte più divertente. Prendersi cura dei propri mitocondri non è affatto difficile e richiede solamente una spesa effimera. Acquistate del tè verde e preparate un infuso con due cucchiaini da tè di foglie in 200 ml di acqua intorno gli 80 °C, coprite e lasciare in infusione per 3 minuti. Filtrate e berne una tazza la mattina e una il pomeriggio. 
Fatto ciò, assumete ad occhi chiusi la bevanda della longevità.

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