Nanocellulosa in forma di gel, dalla lavorazione della pasta di legno. |
La nanocellulosa si candida come sostituto di plastiche e metalli per realizzare parti automotive, per la produzione di display flessibili e componenti di computer, abbigliamento militare e vetro balistico, rendendo obsoleti i materiali plastici inorganici in un futuro non troppo distante.
Il processo produttivo del nuovo nanomateriale inizia con una lavorazione del legno tesa a purificarlo da componenti quali lignina ed emicellulosa, per essere poi ridotto a una poltiglia e idrolizzato con acidi per rimuovere le impurità, prima di essere concentrato in cristalli in unapasta densa da applicare sulle superfici come una laminatura, o lavorata in filamenti per formare nanofibre dure e resistenti che possono essere ridotte in una varietà di forme e dimensioni. Una volta essiccato a basse temperature, il nanomateriale è estremamente leggero, assorbente e un ottimo isolante.
Il nuovo nanomateriale è incredibilmente economico, la cellulosa è la risorsa naturale più abbondante in natura, e per la produzione della nanocellulosa non occorre nemmeno impiegare alberi interi: avendo infatti una larghezza di soli 2 nanometri, può essere ricavata da rami o segatura. “Stiamo trasformando rifiuti in oro” commentano presso la prima sede per la produzione industriale americana, nata lo scorso luglio nel Wisconsin e che venderà entro i prossimi due anni la nanocellulosa a pochi dollari al kg, aprendo la strada a una industria che potrebbe valere 600 miliardi di dollari entro il 2020. Una sola altra azienda per la produzione di NCC esiste già a Montreal dal novembre 2011, la CelluForce, che ad oggi ha già una produzione giornaliera pari a una tonnellata di nanocellulosa.
Il processo produttivo del nuovo nanomateriale inizia con una lavorazione del legno tesa a purificarlo da componenti quali lignina ed emicellulosa, per essere poi ridotto a una poltiglia e idrolizzato con acidi per rimuovere le impurità, prima di essere concentrato in cristalli in unapasta densa da applicare sulle superfici come una laminatura, o lavorata in filamenti per formare nanofibre dure e resistenti che possono essere ridotte in una varietà di forme e dimensioni. Una volta essiccato a basse temperature, il nanomateriale è estremamente leggero, assorbente e un ottimo isolante.
Il nuovo nanomateriale è incredibilmente economico, la cellulosa è la risorsa naturale più abbondante in natura, e per la produzione della nanocellulosa non occorre nemmeno impiegare alberi interi: avendo infatti una larghezza di soli 2 nanometri, può essere ricavata da rami o segatura. “Stiamo trasformando rifiuti in oro” commentano presso la prima sede per la produzione industriale americana, nata lo scorso luglio nel Wisconsin e che venderà entro i prossimi due anni la nanocellulosa a pochi dollari al kg, aprendo la strada a una industria che potrebbe valere 600 miliardi di dollari entro il 2020. Una sola altra azienda per la produzione di NCC esiste già a Montreal dal novembre 2011, la CelluForce, che ad oggi ha già una produzione giornaliera pari a una tonnellata di nanocellulosa.
Nanocellulosa, NCC in cristalli fibre, resistente ed elastica, sostituirà plastiche e metalli in automotive ed elettronica. |
Nonostante i fondi limitati, il settore delle nanotecnologie continua ad avanzare con scoperte rivoluzionarie. Quando ci si deciderà di dare un flusso costante a questa giovane tecnologia?
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