domenica 3 marzo 2013

La comunicazione del Futuro?

Quando penso all'epoca in cui viviamo mi sento particolarmente estasiato perché il mio bisogno di comunicare e di contatto sono pienamente soddisfatti. Non si é mai avuto a che fare con una via di comunicazione così veloce come Internet. Mi sento onorato di essere capitato in un secolo dove sono state virtualmente abbattute le distanze fra le persone.



L'era digitale ha velocizzato qualsiasi tipo di contatto. Comunichiamo sempre più velocemente. Temo che nel fare questo si perdano alcuni elementi essenziali del dialogo. Sono convinto del fatto che oggi parliamo sempre più spesso ALLE persone piuttosto che CON le persone. Cercherò di fare più chiarezza: vi chiedo solo di ripensare a quante volte al giorno date empatia alla persona con cui state parlando. Quante volte riusciamo a vedere i sentimenti e i bisogni che stanno alla base di quello che l'altro dice? Pensiamo di essere in grado di cogliere il punto di vista dell'altro senza giudicarlo ed etichettarlo?

Se vi sentite disorientati nel darvi delle risposte, non c'é nulla da temere. Se necessitate una risposta, vi invito a proseguire. Premetto che quello che scriverò nelle prossime righe fa parte di un argomento che mi ha semplicemente fatto rinascere interiormente. Da quello che ho capito, la Comunicazione Nonviolenta (CNV) é una consapevolezza totalmente nuova che permette di collegarci empaticamente con gli altri, é un linguaggio che arrichisce la vita.


Credo fermamente che nelle maggior parte dei casi, quando una persona esprime qualcosa sta comunicando un bisogno e un sentimento. Faccio un esempio. Una ragazza dice ad una sua amica: "Lo vedi Stefano?! Sta sempre con quella poco di buono!"
Da quello che conosco al momento, in CNV verrebbe espresso in questo modo:"Quando vedo Stefano con un'altra ragazza mi sento furibonda perché ho bisogno della sua compagnia."
Nel secondo caso é stato sottolineato che c'é un bisogno non soddisfatto che causa un sentimento. Nel primo caso, il ragazzo viene ritenuto responabile dei sentimenti della ragazza. Quando invece si riconosce il bisogno che sta alla base di quello che diciamo, solleviamo le persone da responbilità che le fanno sentire in colpa o aggredite.
Penso che nella maggior parte dei casi, l'amica risponderà con almeno una delle seguenti espressioni
  • Hai ragione, è proprio un poco di buono (Condividere) 
  • A me é successo lo stesso! Cinque mesi fa mi sentivo con... (Aneddoto) 
  • Perché non vai a parlarli? (Consiglio) 
  • Che t'importa, non é nemmeno carino. (Sdrammatizzazione) 

In questi casi si sta parlando ALL'altro, non CON l'altro. La risposta che permetterebbe all'amica di collegarsi empaticamente alla ragazza potrebbe suonare così: "Ti senti furibonda perché hai bisogno della sua compagnia?"
Comunicare in modo nonviolento non significa evitare di dire parolacce o insultare l'altro, piuttosto, permettere di collegarci ai sentimenti ed ai bisogno dell'altro, permettendo una soluzione che soddisfi i bisogni di tutti. Se si vuole compromettere una conversazione, una risposta razionale ad un'affermazione emotiva é il miglior modo. Tutti ne usciranno insoddisfatti.
La CNV sarà quindi il modo in cui comunicheremo in futuro? Non penso, esistono già persone in tutti e cinque i continenti che utilizzano questa consapevolezza per mediare e risolvere numerose situazioni. Penso di essere ottimista sul fatto che fra vent'anni il tipo di comunicazione che ci sarà, integrerà la CNV. Al momento conosco solo il Progetto Venus (un progetto per un completo ridisegnamento della cultura) che si sta occupando del linguaggio del futuro. Ma questa é un'altra storia.

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