giovedì 30 giugno 2011

Le Lune Extrasolari Potrebbero Ospitare Vita?

Durante l'ultimo decennio, la sonda Cassini ha dimostrato abbondantemente quante sorprese può nascondere un sistema di lune intorno ad un gigante gassoso. Abbiamo Titano, una delle lune più grandi del Sistema Solare, con una spessa atmosfera di azoto e metano, con laghi, fiumi e mari di metano liquido e con, forse, persino un oceano sotto la sua superficie. Oppure abbiamo Encelado con i suoi grandissimi pennacchi di acqua salata ricca di elementi organici, che raggiungono lo spazio partendo da quello che si immagina essere un oceano di acqua salata sotto la superficie.

Tutti riconoscerete sicuramente l'immagine sopra. Si tratta dell'immaginaria luna Pandora, davanti al gigante gassoso Polifemo, nel film Avatar.
Durante l'ultimo decennio, la sonda Cassini ha dimostrato abbondantemente quante sorprese può nascondere un sistema di lune intorno ad un gigante gassoso. Abbiamo Titano, una delle lune più grandi del Sistema Solare, con una spessa atmosfera di azoto e metano, con laghi, fiumi e mari di metano liquido e con, forse, persino un oceano sotto la sua superficie. Oppure abbiamo Encelado con i suoi grandissimi pennacchi di acqua salata ricca di elementi organici, che raggiungono lo spazio partendo da quello che si immagina essere un oceano di acqua salata sotto la superficie. Tutto questo ha fatto molto riflettere gli astronomi e astrobiologi, non solo per quanto riguarda la ricerca di vita nel nostro Sistema Solare, ma anche per quanto riguarda la possibilità di trovare lune extrasolari intorno a esopianeti lontani. La nostra attuale tecnologia non è in grado di trovare segni della loro esistenza, ma visti i progressi tecnologici fatti nei ultimi anni, non sarà molto prima di riuscire a trovare i primi esempi di lune intorno ad altri pianeti in altri sistemi planetari. Quello che, riguardo a questo, affascina però molti astrobiologi, è la possibilità che queste lune possano essere mondi abitabili.

"I satelliti di pianeti extrasolari sono di grande interesse per il mondo dell'astrobiologia. Sappiamo che i pianeti gassosi giganti che abbiamo trovato all'interno di zone abitabili intorno alle proprie stelle sono arrivati li per via di migrazioni planetarie, quindi è possibile che sulla loro strada abbiano catturato anche pianeti terrestri, o planetoidi." hanno spiegato Simon Porter del Lowell Observatory e William Grundy dell'Arizona State University.

Il mistero tuttavia non sta tanto nella possibilità che questi mondi esistano, quanto nel modo in cui si sono venuti a trovare nella loro attuale posizione. Le simulazioni mostrato che i casi di migrazione da parte di giganti gassosi sono numerosi, eppure non abbiamo abbastanza dati da capire cosa esattamente comporta una simile migrazione per i pianeti che eventualmente potrebbero incontrare sulla via o per le lune che si portano dietro da prima.

"Stiamo tentando di creare un modello dinamico dell'evoluzione di un pianeta terrestre che viene catturato in orbita intorno ad un gigante gassoso all'interno della zona abitabile della propria stella." spiegano Porter e Grundy. "Abbiamo scoperto che circa la metà delle orbite largamente ellittiche si stabilizzano poi intorno ai giganti gassosi in orbite circolari, nell'arco di qualche milione di anni. Abbiamo anche scoperto che queste orbite hanno, per la maggior parte, un'inclinazione bassa, e nessuna preferenza di orbita prograda o retrograda.
"In base a quello che sappiamo per adesso, i candidati principali per trovare "esolune" sarebbero gli esopianeti simili a Nettuno che orbitano stelle simili al nostro Sole. Una volta che satelliti di massa terrestre si sono stabilizzati nella loro orbita, dovrebbero essere possibile trovarli con la tecnica del transito usata per trovare gli esopianeti, anche se servirebbero strumenti molto più precisi rispetto agli attuali.
Fonte: Link2Universe, Arxiv.org

Approfondimenti:
Questo grafico mostra l'evoluzione nelle orbite dei corpi terrestri catturati da un gigante gassoso. Da una parte Giove e dall'altra Nettuno. Si tratta di una scala temporale entro la quale avviene la stabilizzazione. Notare come la quantità di anni che servono diminuisce quando diminuisce anche la massa stellare.

Nessun commento:

Posta un commento