venerdì 29 luglio 2011

Boom demografico: sette miliardi sulla Terra entro il 2011

A preoccupare è soprattutto il tasso di incremento: nel 2100 saremo 2,3 miliardi in più rispetto a ora, il 97 per cento sarà nei paesi meno sviluppati e circa la metà in Africa.


La popolazione globale arriverà a 7 miliardi di persone entro la fine di quest'anno: la stima è frutto di uno studio i cui risultati sonopubblicati dalla rivista Science a firma di David Bloom, professore di economia e demografia della Harvard School of Public Health, che introduce una serie di articoli dedicati al problema demografico. A impressionare è soprattutto la velocità dell'incremento demografico, tenuto conto che gli abitanti del globo erano sei miliardi solo nel 1999 e che le stime delle Nazioni Unite parlano di 10,1 miliardi di persone nel 2100.

Dei 2,3 miliardi che rappresentano l'incremento da ora al 2100, circa il 97 per cento sarà nei paesi meno sviluppati e circa la metà in Africa. Per contro, le popolazioni dei paesi più sviluppati rimarranno pressoché costanti, e andranno incontro a un progressivo invecchiamento e a una mancanza di popolazione attiva in grado di sostenere lo stato sociale.

“Sebbene i problemi che devono affrontare i Paesi in via di sviluppo siano profondamente diversi da quelli dei paesi sviluppati, in un mondo globalizzato le sfide dell'incremento demografico avranno effetto su tutto il mondo”, ha sottolineato Bloom.

La popolazione del mondo è cresciuta lentamente per gran parte della storia dell'umanità ed è arrivata a un miliardo di individui solo nel 1800. Tuttavia, nell'ultimo mezzo secolo la popolazione è balzata da 3 a sette miliardi. Nel 2011 si prevedono 135 milioni di nascite e 57 milioni di decessi, con un incremento netto di 78 milioni di persone.

Le stime tuttavia sono affette da una notevole incertezza, avvertono gli autori. Se continuerà il trend di diminuzione di nascite per donna, il valore al 2050 potrà oscillare tra 8,1 e 10,6 miliardi, e le proiezioni al 2100 variano tra 6,2 e 15,8 miliardi.

Più nel dettaglio, i trend demografici sembrano indicare uno spostamento del “centro di gravità demografica” dalle regioni più sviluppate a quelle meno sviluppate. Queste ultime, già per molti versi in difficoltà, dovranno affrontare drammatici problemi nella fornitura di cibo, di acqua, di abitazioni, e di energia alle popolazioni in aumento, con notevoli ripercussioni su salute, sicurezza e crescita economica.

“Questa fotografia del quadro economico è in effetti complessa, e pone sfide formidabili”, sottolinea Bloom. “Queste sfide non sono insormontabili, ma non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia: occorre affrontare alcuni temi fondamentali come la contraccezione per centinaia di milioni di donne e la sopravvivenza infantile, senza trascurare le politiche sociali o la regolamentazione dei flussi migratori".

Fonte: Le Scienze

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