venerdì 2 settembre 2011

Anche nello spazio c’è crisi

Ora che lo Shuttle è andato in pensione gli americani si affideranno per qualche tempo alla famosa e affidabile Soyuz russa per raggiungere la ISS. Ma anche i russi, ogni tanto, falliscono…


Lancio di una Soyuz tramite un vettore Proton
Tutti conoscono lo Space Shuttle americano, non tutti invece conoscono l’equivalente navetta spaziale russa, la Soyuz. Gli appassionati di astronautica alla parola Soyuz non hanno difficoltà ad associare quel grosso razzo che vedete qui affianco in Figura. Ingrandendo la figura si può individuare con facilità la piccola capsula conica all’interno della quale alloggiano i 3 astronauti in partenza verso la Stazione Spaziale. Tuttavia, il lanciatore Soyuz è stato ed è tuttora utilizzato non solo per missioni “manned” (con persone a bordo), bensì anche in missioni cargo, ovvero volte a trasportare provviste di ogni genere sia alle vecchie stazioni spaziali (come le Salyut e la Mir) sia alla odiernaISS.

In questo tipo di missioni sull’estremità superiore del razzo al posto della capsula alloggia una specie di modulo chiamato Progress. Fino ad oggi sono state lanciate ben 43 Progress verso la ISS collezionando una serie di lanci “successfull” che si sono susseguiti ininterrottamente per 11 anni.

Qualche giorno fa (24 Agosto per la precisione) invece, purtroppo, la missione 44P ha fatto registrare il primo fallimento di questa preziosa navetta cargo che avrebbe dovuto trasportare 2.9 tonnellate di materiale verso la Stazione Spaziale. Sarebbe rimasta attaccata alla ISS fino a marzo 2012 per poi esser riempita di rifiuti, fatta deorbitare e, tramite un rientro distruttivo, bruciare in atmosfera poco prima dell’arrivo della Progress successiva. Fortunatamente gli astronauti in orbita sopra le nostre teste non hanno di che preoccuparsi per questo inconveniente. La programmazione dei lanci delle Progress infatti e’ tale da prevedere sempre un ampio margine di ”provviste” a bordo della stazione orbitale, al punto da non richiedere una missione supplementare nel caso in cui una Progress non dovesse giungere a destinazione.

Progress appena sganciatasi dalla ISS
Quello di Mercoledì scorso è stato il primo lancio dopo la chiusura dell’era Shuttle nonché il secondo fallimento consecutivo del programma spaziale russo, dopo il fallimento del 17 Agosto scorso del Breeze-M Upper Stage del lanciatore Proton che ha non è riuscito ad inserire nella corretta orbita un satellite per le comunicazioni.

Sembra che anche il mondo dello spazio stia vivendo un periodo difficile. Dopo i tagli economici subiti da numerosi programmi spaziali negli ultimi mesi, questi eventi non fanno che peggiorare la situazione! Un’ulteriore considerazione fa particolarmente riflettere il mondo dell’astronautica. Il terzo stadio del vettore Soyuz-U, quello che mercoledì scorso ha smesso di funzionare circa 5 minuti e 20 secondi dopo il lancio, è praticamente identico al terzo stadio del vettore “manned” Soyuz, quello che trasporta appunto gli astronauti. Come sappiamo oggigiorno l’unica navetta in grado di trasportare degli esseri umani fino alla Stazione Spaziale è proprio la Soyuz russa e gli americani, finché non svilupperanno un loro nuovo vettore, non potranno che usufruire di essa per raggiungere i colleghi nello spazio.

A seguito di questo evento le perplessità non fanno che crescere. E’ solo un normale incidente di percorso tipico di ogni programma spaziale o davvero la crisi generale che affligge mezzo mondo si sta facendo sentire anche in questo settore? Il grosso problema è che le 2 Soyuz attualmente attraccate alla ISS(spedizioni 28 e 29) nei prossimi mesi saranno costrette a riportare a terra i 6 astronauti a bordo della stazione. Se non si riuscirà ad effettuare la consueta rotazione di equipaggio e riportare a bordo altrettanti astronauti (o anche solo 3), c’è la possibilità che la ISS rimanga disabitata per un tempo indefinito, almeno finché non verrà compreso, analizzato e risolto il problema che ha causato questo inconveniente. Fortunatamente è una possibilità abbastanza remota per ora, ma se dovesse succedere le conseguenze in questo settore sarebbero davvero notevoli purtroppo.

Una cosa è certa comunque: i 3 astronauti che il 22 Settembre prossimo avrebbero dovuto raggiungere i propri colleghi nello spazio (missione posticipata a data da definirsi) usufruendo della Soyuz…non dormiranno sonni proprio tranquilli nelle prossime settimane!

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