sabato 29 ottobre 2011

Nanoparticelle rilevano meningite

Le nanoparticelle hanno la capacità di interagire con virus, batteri e altri organismi patogeni, come quelli che causano la Meningite, accelerandone la crescita e agevolando in tal modo ladiagnosi precoce in caso di infezione.
Crescita cellulare di N. Meningitidis accelerata con nanoparticelle
Mentre erano già note le proprietà antibatteriche di alcune nanoparticelle, ad esempio quelle d’argento, i risultati del nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori indiani mostra nuove proprietà delle nanomolecole, nello specifico lavorando con Biossido di Titanio (TiO2), nanotubi di carbonio (CNT) e nanotubi di carbonio attivato (ac-CNTs), che funzionano invece da ottimi fattori di crescita per colture batteriche.

La ricerca ha infatti dimostrato come colonie di N. Meningitidis a cui erano state aggiunte lenanoparticelle abbiano proliferato molto più in fretta, e questo potrebbe essere impiegato per sviluppare tecniche di diagnosi precoce per agenti patogeni con tassi di crescita normalmente lenti. Le cellule di cui sono composti gli organismi viventi sono dell’ordine dei 10 nanometri, mentre le più piccole proteine misurano circa 5 nanometri. Le nanoparticelle possono in tal modo essere impiegate come ottimali strumenti diagnostici per interagire con questo nanomondo e con virus, batteri e altri micro organismi, senza creare interferenze indesiderate.

L’interazione delle nanoparticelle con i microbi, osservata nei laboratori indiani, può essere ricondotta alle peculiari caratteristiche chimiche e fisiche legate alla maggiore area superficiale posseduta dalle nanoparticelle. Caratteristiche che occore ora studiare e approfondire, per capire se i nanomateriali alterino in qualche modo il metabolismo dei microbi o portino a mutazioni di qualche natura. Tutto ciò prima di poter pensare a un futuro impiego e a una commercializzazione per la diagnosi precoce delle nanoparticelle.

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