martedì 18 ottobre 2011

Spazioporto Virgin Galactic

La parola “spazioporto” accende immediatamente la fantasia, ma quello inaugurato ieri in mezzo al deserto del New Mexico assomiglia più a un banale aeroporto (anche se un “signor” aeroporto, dal design futuristico, come gli si addice).

Lo Spazioporto Virgin Galactic
Di fatto però è il primo spazioporto commerciale sulla Terra, e batte la bandiera (o per meglio dire, il marchio) Virgin Galactic. Battezzato con l’originale nome di “Spazioporto America”, intende supportare il turismo spaziale, e cioè i voli a gravità zero. Dunque niente (per ora) vacanze su altri pianeti, nemmeno sulla vicina Luna. Più banalmente (si fa per dire) si tratterà di viaggi aerei a gravità zero, fino al limite della nostra atmosfera. In questo modo i (ricchi) turisti del futuro prossimo potrano fluttuare nell’aria come, per intenderci, fanno oggi gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Qui su Google Mpas è segnato il luogo dove sorge lo spazioporto, ma se guardate con lo streetview rimarrete delusi, non si vede altro che una desolata cittadina americana. Chissà se è un errore o se lo streetview risale a prima della costruzione.



L’inaugurazione manco a dirlo è stata spettacolare, qui potete vedere un video della performance di danza “sospesa” del Progetto Bandaloop. Vi consiglio di guardare fino alla fine: potrete godervi un Richard Branson (il visionario “patron” del Gruppo Virgin) incredibilmente somigliante allo Zafod Beeblebrox della versione cinematografica della Guida galattica per autostoppisti, somiglianza per niente casuale tralaltro, visto che la scena di lui appeso con la bottiglia di champagne richiama chiaramente quella in cui Zafod inaugura l’astronave “Cuore d’oro” (di solito invece assomiglia a uno dei fratelli Gibb). Il sito dello spazioporto invece ha una grafica che assomiglia in maniera imbarazzante quella del sito della NASA.

Di Federica Sgorbissa

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