Gli obiettivi primari sono:
- comprendere i processi vitali e i meccanismi di adattamento all'ambiente spaziale;
- sostenere un programma di esplorazione umana dello spazio;
- contribuire alla ricerca medica a Terra con i risultati ottenuti dalla ricerca nello spazio;
- promuovere l'integrazione di competenze multidisciplinari, sia scientifiche che industriali, per programmi ad alto contenuto tecnologico.
Per raggiungere gli obiettivi di questi progetti è stato creato, nel corso degli anni, un network scientifico e industriale. Oggi sono coinvolti in questa sfida oltre mille ricercatori, 164 Istituti di ricerca e 18 industrie.
I PROGETTI
L'obiettivo strategico della ricerca spaziale nel settore delle scienze della vita è di consentire la vita umana nello spazio.
Le conoscenze finora ottenute sono il frutto di anni di studi effettuati su cellule, piante, animali e uomini orbitanti intorno alla Terra all'interno di veicoli spaziali di vario tipo sino all'attuale Stazione spaziale internazionale (ISS). In questa condizione gli organismi viventi sono sottoposti fondamentalmente a 3 condizioni "anomale": microgravità, radiazioni cosmiche, isolamento/confinamento.
Gli studi effettuati sino ad oggi hanno consentito di individuare la specificità delle problematiche bio-mediche nello spazio su una casistica relativamente ampia, senza tuttavia affrontarne la risoluzione se non nell'ottica della sopravvivenza per periodi brevi. Le conoscenze acquisite in questi anni ci consentono di affermare che, osservando una serie di cautele e mettendo in atto contromisure di tipo fisico, la sopravvivenza in orbita terrestre fino a diversi mesi è possibile e le conseguenze negative sugli organismi sono sostanzialmente superate in tempi relativamente brevi dal rientro. Rimangono comunque molte incognite legate soprattutto alle scarse conoscenze delle basi fisio-patologiche, anche a livello cellulare e molecolare, dei disturbi osservati in astronauti e sulla reversibilità delle alterazioni in caso di un protrarsi della permanenza nello spazio interplanetario. Questo limite rappresenta il vero vincolo negativo alla percorribilità dell'esplorazione umana dello spazio. In sostanza l'ottica si sposta dalla permanenza per brevi periodi nello spazio Terrestre (a 400 km dalla Terra) alla permanenza prolungata su altri corpi celesti, implicanti viaggi di durata anche pluriennale.
Già da qualche anno l'orientamento della ricerca biomedica spaziale è volto ad approfondire sulla Terra lo studio dei meccanismi di adattamento allo spazio per sviluppare adeguate contromisure. In Italia, questo ha portato al coinvolgimento di un'ampia e qualificata parte della comunità scientifica nazionale in programmi sostenuti da ASI in co-finanziamento con industrie e centri di ricerca pubblici e privati. La consistenza quantitativa e qualitativa delle risorse umane impegnate è testimoniata anche dal prestigioso insieme di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ad alto Impact Factor (IF). Le nuove e più avanzate sfide della biomedicina spaziale richiedono un salto di qualità rispetto alle semplici descrizioni delle alterazioni indotte dallo spazio. Soltanto la disponibilità di casistiche ampie, di modelli animali e strumentali complessi, di approcci cellulari e molecolari può consentire questo avanzamento.
Per questo ASI, negli ultimi anni, ha promosso e favorito le interazioni nell'ambito della comunità scientifica per realizzare una sinergia di intenti con gli obiettivi della ricerca di base e applicata sulla Terra. Nell'ambito dei progetti di MED sono state favorite l'integrazione multidisciplinare e le attività sperimentali in simulazione (bed-rest, clinostati, ambienti confinati etc.) o l'utilizzazione delle diverse piattaforme spaziali disponibili (Foton, Progress, Soyuz, ISS, voli parabolici). Tutto questo ha portato alla messa a punto di progetti operativi nazionali -descritti di seguito- che hanno forti legami con i programmi internazionali ma che, al tempo stesso, sono dotati di una sostanziale indipendenza ed autonomia.
Oggi, 16 novembre 2011, un nuovo bando per la Biomedicina e le Biotecnologie spaziali è stato approvato dal Consiglio di Amministrazionedell’Agenzia Spaziale Italiana, che prosegue questa particolare linea di attività, avviata già dal 2005, concretizzatasi nel varo dei macroprogetti OSMA, DCMC e MOMA.
Il bando, che si estende per tre anni, è rivolto ai ricercatori italiani per proposte nei seguenti settori:
- radiobiologia;
- fondamenti teorici della relazione gravità-sistemi biologici;
- gravità e fisiologia degli apparati osseo, muscolare,ematopoietico, caridovascolare, e del controllo neuromotorio.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta al tema delle contromisure per conseguire programmi di Technological Readiness Level superiore a 4.
Una specifica riflessione dovrà essere rivolta allo sviluppo di nuove tecnologie biomediche, quali i sensori (per l'acquisizione di dati biochimici) e i sistemi integrati wireless per l'analisi di funzioni vitali (cardiaca e respiratoria).
Il bando verrà pubblicato a breve sul sito dell'ASI.
Approfondimenti:
Fonti:
- http://www.asi.it/it/news/in_arrivo_un_nuovo_bando_per_la_biomedicina_e_le_biotecnologie_spaziali__0
- http://www.asi.it/it/news/in_arrivo_un_nuovo_bando_per_la_biomedicina_e_le_biotecnologie_spaziali__0
L'anno scorso nella materia Cittadinanza e costituzione era stato assegnato l'argomento "La percezione del rischio". Dato che non mi piace affrontare argomenti stereotipati, mi son messo d'accordo col gruppo per esporre una parte d'Era Spaziale.
Ignorate le prime 7 diapositive.
Controversie: alla fine del progetto sopra indicato, al "mio" gruppo è stato assegnato 5 (come voto). Il motivo? Questa è un'altra storia.
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