venerdì 23 dicembre 2011

Scoperti due pianeti simili alla Terra

È il primo contributo concreto della missione Kepler della NASA (21/12) alla ricerca di altri mondi potenzialmente abitabili. La scoperta prova che esistono pianeti delle stesse dimensioni del nostro, ma i due in questione sono troppo caldi per ospitare la vita.

Una ricostruzione artistica del nuovo pianeta Kepler-20f.
Due nuovi pianeti sono stati scoperti nell'orbita di una stella simile al Sole; si tratta dei primi mondi con dimensioni simili a quelle della Terra scoperti dalla missione Kepler della NASA, nata con lo scopo di cercare pianeti simili al nostro. 
Battezzati Kepler-20e e Kepler-20f, i due nuovi pianeti hanno dimensioni comparabili a quelle della Terra e di Venere: Kepler-20e è 0,87 le dimensioni della Terra, quindi leggermente più piccolo di Venere, mentre Kepler-20f ha un diametro 1,03 volte superiore a quello della Terra.

Questi sono tutti i pianeti scoperti nel sistema Kepler-20. Per dare un'idea di quanto sono vicini alla propria stella, insieme viene mostrata anche l'orbita di Mercurio nel nostro sistema Solare.
Ma entrambi i nuovi pianeti extrasolari - o esopianeti - si trovano in un'orbita troppo prossima al loro sole per essere nella zona abitabile.
In effetti si ritene che l'intero sistema Kepler-20 comprenda almeno cinque pianeti che orbitano la loro stella a una distanza inferiore a quella tra Mercurio e il Sole.
Una distanza che rende i pianeti decisamente caldi. Si stima infatti che Kepler-20e abbia una temperatura superficiale media di 760 ºC, mentre Kepler-20f è relativamente più "fresco" (427 ºC).
Per farsi un'idea, la temperatura media di superficie della Terra è di 14 ºC.
Ciò nonostante, si tratta della prima conferma dell'esistenza di pianeti delle dimensioni della Terra effettuata dalla missione Kepler, il cui obiettivo primario è proprio quello di scoprire mondi simili al nostro.
"Il dicembre del 2011 potrà essere ricordato come la prima occasione in cui l'umanità è stata in grado di individuare un pianeta di dimensioni terrestri in orbita attorno a un'altra stella", ha dichiarato il capoprogetto Francois Fressin dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) di Cambridge, Massachusetts.
La scoperta "dimostra per la prima volta che pianeti di dimensioni terrestri esistono attorno ad altre stelle, e che siamo in grado di individuarli".

Tutti gli esopianeti scoperti in precedenza erano considerevolmente più grandi della Terra.

Un paragone tra gli esopianeti Kepler-20e e Kepler-20f e la Terra e Venere.
Grazie alla nuova scoperta di Kepler, abbiamo la conferma che esistono pianeti "esattamente delle giuste dimensioni... ma troppo caldi" per ospitare la vita come la conosciamo, ha spiegato lo scienziato dell'équipe di studio del CfA David Charbonneau. Altra caratteristica curiosa del sistema Kepler-20 è che gli altri tre pianeti conosciuti, delle dimensioni di Nettuno, orbitano tra altri pianeti rocciosi più piccoli. La struttura è piuttosto diversa rispetto a quella del nostro Sistema Solare, in cui i mondi rocciosi sono più vicini al Sole e i giganti gassosi si trovano su orbite più esterne.



Il gemello della Terra verrà scoperto nell'arco di due anni?

Per trovare pianeti che orbitano stelle simili al Sole, il satellite Kepler osserva in continuazione una sezione di spazio tra le costellazioni del Cigno e della Lira. In questo spicchio di cielo, Kepler individua cambiamenti nella luminosità delle singole stelle, che può indicare la presenza di pianeti in transito, in pratica corpi che passano di fronte a una stella rispetto alla prospettiva della Terra. A oggi la missione Kepler ha identificato oltre 2.300 candidati esopianeti, mondi che si sospetta orbitino altre stelle ma la cui presenza va confermata attraverso altre osservazioni. Se il transito viene osservato su base periodica di fronte a una particolare stella, conferma la presenza di uno o più esopianeti, come nel caso del sistema Kepler-20.
Ma occorreranno ulteriori osservazioni per scoprire il vero "sacro graal" della ricerca esoplanetaria: un mondo delle dimensioni della Terra situato nella zona abitabile di una stella simile al Sole, che possieda anche acqua allo stato liquido sulla sua superficie.

"L'équipe di Kepler è molto stimolata dalla prospettiva di trovare esopaneti più piccoli a una maggiore distanza dalle loro stelle", spiega Charbonneau. "Abbiamo bisogno di ulteriori dati".
Ma prima che ciò accada, la missione Kepler avrà bisogno di più tempo, e quindi una proroga della missione, che dovrebbe terminare nel novembre del 2012.

Tuttavia, continua Charbonneau, anche con i tempi disponibili attualmente, “speriamo di annunciare la scoperta di un esopianeta abitabile delle dimensioni della Terra entro i prossimi due anni”.

Fonte
Fonte p.
di Jason Major

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