La valutazione del costo economico dell'invecchiamento e la possibilità di confronti fra le diverse nazioni dipende dalla disponibilità di indicatori validi e comparabili. Attualmente vengono utilizzati indicatori come l’età media o l’indice di dipendenza correlata all’età. Sulla base di queste misure, paesi sviluppati come Italia, Giappone Germania e Stati Uniti hanno popolazioni molto più anziane di India, Cina o Messico. Tuttavia, il fatto che questi indicatori si basino esclusivamente sulle distribuzioni delle fasce di età ne limita l'utilità per trarre conclusioni sulle conseguenze e sulle possibili risposte all'invecchiamento della popolazione.
Approcci alternativi a questi più “classici” mettono a confronto il grado di invecchiamento facendo riferimento alla salute soggettiva, all'aspettativa di vita e alla partecipazione alle attività economiche, ma in questo caso la classifica di invecchiamento delle popolazioni varia sulla base di come vengono definiti gli indicatori, che appaiono influenzati sia dalle tradizioni culturali delle diverse nazioni, sia dalle interpretazioni del livello di salute e disabilità, sia dalle fluttuazioni del ciclo economico.
I livelli di capacità cognitiva – osservano i ricercatori - sono anche buoni indicatori di produttività individuale e questo ha rilevanza diretta sulle attività economiche e commerciali all'interno di un paese.
"Crediamo che la funzione cognitiva sia in grado di fornire una nuova misura che permette un confronto tra diversi paesi: queste informazioni possono essere utili per definire interventi tempestivi sui sistemi sanitari e quindi, in ultima analisi, per ridurre il peso dell’invecchiamento", ha osservato Vegard Skirbekk, primo autore dello studio.
Il nuovo indicatore standardizzato di capacità cognitiva si rivela migliore nei paesi dove gli standard di istruzione, nutrizione e sanitari sono generalmente più alti: "Per esempio, nel Nord Europa o negli Stati Uniti, dove c'è una popolazione di età superiore ai 65 anni relativamente ampia, abbiamo riscontrato che la funzione cognitiva per questa fascia d'età è più elevata rispetto a Messico, India e Cina. In generale, anche se Europa e Stati Uniti possono avere una popolazione in cui la percentuale di anziani è più cospicua, questi sono in media funzionalmente più giovani."
Secondo gli autori la differenza delle funzioni cognitive può essere spiegata dal fatto che gli anziani in alcune regioni del mondo hanno goduto - a partire dall’infanzia e fino a tutta l’età adulta - di migliori condizioni di vita, comprese l'alimentazione, la durata e la qualità delle scuole, l'esposizione a malattie, la possibilità di dedicarsi ad attività fisica e ai rapporti sociali.
Fra i paesi presi in considerazione nella ricerca, risulta che quelli che più “ringiovaniscono” sulla base di questo indicatore sono gli Stati Uniti e alcune nazioni dell’Europa settentrionale (Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda e Svezia), mentre quelli dell’Europa continentale, pur restando fra i più vecchi, accorciano il distacco da India, Messico e Cina. L’Europa mediterranea (Italia, Spagna e Grecia) non modificano invece la loro posizione.
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