La tecnica, sviluppata presso l’Università della Pennsylvaniadal team di ricerca guidato da Andrew Tsourkas, incrementa l’efficacia della risonanza magnetica come tecnica di imaging e diagnosi della presenza di tumori. I nanocarrier non interagiscono con i tessuti sani, e la copertura di zuccheri fa sì che non vengano assorbiti dalle altre cellule, in modo che una volta svolto il compito, vengono espulsi.
La nuova tecnica che sfrutta i nanocarrier ricoperti di destrano sembra inoltre molto più promettente dell’uso di marcatori che si affidano a coating di proteine che si legano ai recettori cellulari, in quanto solo il 30% dei tumori presenta tali recettori. Mentre la gran parte dei tumori genera un ambiente acido, con cui i nuovi nanocarrier possono interagire per rilevarne la presenza con accuratezza molto più alta, potendo inoltre differenziare già in fase diagnostica forme tumorali maligne in virtù delle alte quantità di acidi che producono alterando fortemente il pH.
Inoltre questo rivestimento può essere applicato a ogni tipo di nanoparticella, in modo che le applicazioni non sono limitate alla risonanza magnetica, ma spaziano fino alle prospettive teranostiche della diagnosi e della terapia combinate. I ricercatori prevedono che da qui a 7-10 anni l’applicazione delle nanoparticelle di ossido di ferro ricoperte di polisaccaride (chitosano) potrà aumentare significativamente l’accuratezza diagnostica dei metodi di screening.
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