venerdì 17 febbraio 2012

Il Sol nuovo

Due anni fa, aprivo il sito pablaish.ilbello.com. Questo blog è aperto da poco meno di un anno e mi sta regalando molte più esperienze del sito precedente. Ogni anno ha il suo Sol nuovo.
Da "Chronos non è il Dio di tutti i mondi" a "Questione d'occhiali" e "Tribus Digitis".


La chiave di tutte le Scienze
è il punto di domanda.
Negli ultimi mesi mi sto domandando se ciò che faccio rappresenta solamente la parte migliore di una eventuale professione. Il punto è questo: amo la professione dello scienziato o la/le materie che ci sono dietro?

Senz'altro negli ultimi anni ho mostrato un interesse spiccato verso la ricerca (da non prendere troppo alla lettera) e la sperimentazione.
"Chronos non è il Dio di tutti i mondi" è stata una mia teoria sul tempo. Era una sorta di pseudo-modello matematico (formato da moltiplicazioni e divisioni) che replicava in modo errato l'equazione del paradosso dei gemelli. E' interessante notare come ai tempi ho provato a riprodurre un'equazione senza nemmeno conoscerla. Peccato che molti dei termini che inserivo erano completamente errati. Forse qualcosa d'esatto in quello che scrivevo c'era. Soprattutto dal punto di vista filosofico.
Ad esempio
Il tempo è un insieme di elementi
Oppure
Penso che sia piuttosto insensato assegnare l'età anagrafica di una persona basandosi solamente su quante volte l'individuo ha visto la Terra doppiare il punto di partenza dell'orbita
Oggi ritengo che tutti i calendari siano ridicoli. Che senso ha iniziare la datazione con l'avvento della più grossa menzogna dell'umanità? Ritengo sia molto più opportuno re-iniziare il tutto da quel magnifico 1957, anno dell'inizio dell'Era Spaziale. E' vero, non se ne sentono ancora gli effetti.
Ma neanche il cristianesimo era conosciuto nell'anno 55 D.C.
Facendo un paragone fra popolazione (attuale e dell'epoca) e tasso di conoscenza, si potrebbe effettivamente far ripartire la datazione dal quel fatidico 57. Chi non conosce lo Sputnik (potrei pentirmi di questa domanda)? Per non parlare poi dei santi presenti in ogni giorno. Si potrebbe ricordare ben altro.
Alla fine la storia dell'Umanità non è altro che la storia delle idee: queste luci hanno illuminato gli angoli oscuri di tutti i periodi affrontati. A mio avviso sarebbe molto più opportuno ricordare delle persone che hanno davvero cambiato la storia. Oggi è il caso di Giordano Bruno, morto per un'infiammazione.


Le professioni vertono, a mio avviso, su due parametri: sul dovere -che spesso è una questione di vita e di morte- e sul piacere.
Se non ricordo male il cantante di Vamos alla playa ha iniziato a comporre canzoni per puro piacere. Eppure quando egli ha iniziato a comporre "per mestiere", ha confessato di aver perso una buona fetta del piacere.
Da qualche parte ho letto di una donna che parlava del marito fisico teorico. La moglie diceva che spesso l'uomo di casa prende fogli e ci scarabocchia sopra. Ella non capiva se stesse preparando la lezione per il giorno dopo o buttasse giù modelli. Il marito effettivamente stava dando libero sfogo al suo piacere per la fisica teorica.
In questo caso si tratta di un vero successo professionale: il bipede pensante svolge il lavoro che gli piace.
Ma spesso non è così.
Krauss dice che agli scienziati non piace imparare ma risolvere i misteri. Io sono più per questa linea.
Credo che gli anni di studio siano strazianti per poter poi arrivare a ciò che piace fare. Tuttavia si può apprezzare più il viaggio che di per sè la meta.
E se l'ideale della professione fosse come l'amore? Un ideale appunto. Tutto fumo e niente arrosto. Si può perdere (e si perde, nella maggior parte dei casi) l'obiettività nel valutare le contingenze, la routine e la realtà in generale. Credo che il piacere per una professione sia più una sorta di incatenamento e appiglio per vivere.
Il piacere per le materie invece è diverso. Si è costantemente coinvolti nel desiderio di conoscere, approfondire, cercare di capire, ciò che davvero amiamo. L'amare una materia o un gruppo di materie non fa perdere la ragione, come invece l'amore verso una persona del sesso opposto sa fare. Suppongo sia una forma perfetta di amore, la prima. Un matrimonio quasi a tutti gli effetti.
Alla fine non si riesce a comprendere la propria moglie a fondo (di quello che fa e di quello che dice..) come non si riesce a concepire a fondo l'equazione di Schrodinger, per esempio (A serious Man, io). Forse è proprio questa forma di incompletezza (Godel) a rendere il tutto molto più misteriosamente interessante.

Nel caso delle materie scientifiche, molti sostengono che non si può apprezzare a pieno la scienza se non si affronta la parte tipicamente barbosa dello studio sui libri. Un po' come il piacere verso la professione, questo è una sorta - può sembrarlo- di incatenamento per arrivare all'obiettivo finale.

Senza un blog non potrei mai interrogarmi a fondo su questa questione.
Si aprirà mai la scatola?

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