sabato 4 febbraio 2012

Spazio all'Immaginazione

C'è un bellissimo quadro che ha solamente la cornice. L'opera è completa e incompleta allo stesso tempo. Ma cosa voleva davvero comunicare l'autore?


I think nature's imagination
Is so much greater than man's
She's never going to let us relax
Richard Feynman
Mi sento come l'aereo, che è precipitato. Distrutta.
Mi sento come il deserto, che è monotono. Noiosa.
Mi sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata.
Mi sento come l’elefante, che è stato mangiato dal serpente. Inghiottita.
Mi sento come il bambino, che non viene preso sul serio dagli adulti. Incompresa.
Mi sento come la pecora, che è stata disegnata nulla scatola. Imprigionata.
Mi sento come il pianeta, che è lontano. Piccola.
Mi sento come il tramonto del sole, che è diventato abitudine. Senza valore.
Mi sento come il baobab, che è un pericolo. Indesiderata.
Mi sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente.
Mi sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa.
Mi sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato. Insoddisfatta.
Mi sento come l’ubriacone, che beve per dimenticare. Dipendente.
Mi sento come l’uomo che accende i lampioni, oppresso dalla consegna. Schiacciata.
Mi sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che esiste. Ignara.
Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi.
E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono.
Ma ho una dannata paura del morso del serpente. Annachiara Giovanditti
Consideriamo per un momento come sarebbe la vita se chiunque sapesse mentire alla perfezione, oppure se nessuno potesse mentire affatto. Chi ho riflettuto soprattutto a proposito delle menzogne circa le emozioni, dato che sono le più difficili e dato che sono proprio le emozioni quello che mi interessa. Se non potessimo mai sapere che cosa prova una persona e ce ne rendessimo perfettamente conto, la vita sarebbe più inconsistente. Certo, sapendo che ogni manifestazione di emozioni potrebbe essere una pura e semplice recita per compiacere, manipolare o mettere fuori strada, tutti andrebbero più alla deriva, gli attaccamenti sarebbero molto meno solidi. Noi viviamo nella convinzione che esista un nocciolo di verità emotiva, che la maggior parte delle persone non possa o non voglia ingannarci sui propri sentimenti. Se il tradimento fosse altrettanto facile con le emozioni quanto con le idee, se espressioni e gesti potessero essere camuffati o falsificati altrettanto bene quanto le parole, la nostra vita emotiva sarebbe molto più povera e piena di cautele. E se non potessimo mai mentire, se il sorriso fosse un'espressione perfettamente attendibile, mai assente quando si prova piacere, mai presente se il piacere non c'è, la vita sarebbe più aspra e molti rapporti difficili da mantenere. La gentilezza, il tentativo di appianare le difficoltà, di nascondere sentimenti che si vorrebbe non provare, tutto questo sarebbe perduto. Non ci sarebbe modo di tener nascosto nulla, nessuna possibilità di tenersi per sè il proprio malumore o di leccarsi le ferite, se non in perfetta solitudine. Immaginiamo di avere accanto un amico, un collega, peggio ancora una moglie o un marito, che dal punto di vista delle capacità di controllare o dissimulare le emozioni fosse come un bambino di tre mesi e sotto ogni altro aspetto un adulto: è una prospettiva poco piacevole.
Non siamo nè trasparenti come il lattante nè perfettamente camuffati. Possiamo mentire o essere sinceri, riconoscere le bugie o non vederle, essere ingannati o riuscire a difenderci. Abbiamo possibilità di scelta, è questa la nostra natura. Paul Ekman, I volti della Menzogna 

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