Illustrazione artistica dell'esopianeta GJ667Cc intorno alla sua stella con le altre due compagne in lontananza. |
"Ci aspettavamo che questa fosse una stella piuttosto inospitale per i pianeti" ha dichiarato Steven Vogt dell'Università della California, Santa Cruz, uno degli scienziati coinvolti nella scoperta. "Eppure eccolo li, un pianeta intorno ad una stella molto vicina, povera di metalli, che è il tipo di stella più comune della galassia. Il rilevamento di questo pianeta, così vicino e così presto, implica che la galassia è davvero pienissima di miliardi di potenziali mondi abitabili rocciosi."
"Questo pianeta è il nuovo miglior candidato per il supporto di acqua liquida e forse di vita come la conosciamo." ha spiegato Guillem Anglada-Escudé, dell'Università di Gottingen, Germania. Il ricercatore lavorava però presso il Carnegie Institute for Science quando la scoperta è stata fatta.
Questo pianeta orbita molto vicino alla propria stella. Solo 0.12 Unità Astronomiche li separano (1 Unità Astronomica = distanza Terra-Sole). Una distanza molto più piccola di quella che separa Mercurio dal Sole. Tuttavia, il Laboratorio per l'Abitabilità Planetaria, spiega che la stella è molto più pallida e fornisce abbastanza energia perché il pianeta rimanga a temperature terrestri anche se si trova così vicino. Un problema però è che gli astronomi non sanno ancora qual è la composizione del pianeta, dato che non sono riusciti a misurare la sua dimensione; quindi potrebbe essere o di tipo roccioso o un pianeta gassoso.
"Con l'avvento di una nuova generazione di strumenti astronomici ed i giganteschi nuovi osservatori, i ricercatori potranno indagare più da vicino le stelle nane di classe M, alla ricerca di altri simili pianeti ed eventualmente potranno cercare impronte spettrografiche della vita su questi lontani mondi." ha spiegato Anglada-Escudé.
La stella GJ 667C si trova a 22 anni luce da noi. Ha un'abbondanza molto bassa di elementi pesanti come ferro, carbonio, silicio. Le altre due stelle che compongono questo complesso sistema sono GJ 667A e GJ 667B, una coppia di nane K arancioni, con una concentrazione di elementi pesanti solo 25% quella del nostro Sole. Questi elementi sono fondamentali per la creazione di pianeti terrestri, quindi si è sempre ritenuto poco probabile che un sistema stellare povero di metalli potesse avere anche un'abbondanza di pianeti di massa bassa.
Gliese 667C era già stata osservata per la verifica di un'altra super-Terra (GJ 667Cb), con un periodo di solo 7.2 giorni, ma la ricerca non è ancora stata pubblicata. Quest'orbita sarebbe però troppo stratta e quindi troppo calda per supportare la vita. Questo nuovo studio ha avuto inizio con l'obbiettivo di ottenere i parametri orbitali di questa super-Terra, ma è finito con l'aver scoperto un'altro pianeta.
Il nuovo pianeta, nonostante sia così vicino, riceve solo il 90% della luce che la Terra riceve dal Sole. Tuttavia, dato che la maggior parte della luce gli arriva in luce infrarossa, una più alta percentuale di energia viene assorbita dal pianeta. Quando entrambi questi effetti vengono presi in considerazione, ci si aspetta che il pianeta possa assorbire la stessa quantità di energia della sua stella, che la Terra assorbe dal Sole. Questo permetterebbe temperature sulla superficie simili a quelle sulla Terra e forse chissà, anche acqua liquida. Ma questo non potrà essere confermato finché non avremmo ulteriori informazione sull'atmosfera del pianeta.
Il team ha dichiarato che c'è la possibilità che ci siano anche altri pianeti in questo sistema, forse anche un'altra super-Terra con un'orbita di circa 75 giorni, e forse un gigante gassoso. Tuttavia, ulteriori osservazioni saranno necessarie per confermare queste possibilità.
Questo è il quarto caso di un pianeta estrasolare potenzialmente abitabile. Nel 2011 ce ne sono stati tre: Gliese 581d, che gli scienziati dicono sia molto probabilmente un mondo roccioso a circa 20 anni luce da noi; HD 85512b, che orbita una stella distante 36 anni luce da noi; e Kepler-22b, a circa 600 anni luce da noi. Vogt era stato coinvolto anche nel caso della famosa e controversa scoperta dell'esopianeta Gliese 581g che sembrava avere un'abitabilità altissima, ma che non è mai stata confermata da altri team indipendenti, nonostante tanti sforzi.
Fonte
Insomma, pare che il fronte della xenobiologia stia ricevendo degli ottimi input e delle ottime aspettative. L'equazione di Drake, ai tempi del Paradosso di Fermi, aveva un'interpretazione piuttosto pessimistica e anche abbastanza superficiale, in quanto alcuni valori inseriti erano volgarmente sparati a caso. Bene. Siamo arrivati in un punto in cui si sa che nella nostra galassia (e anche nelle altre, si presume) sono presenti più pianeti che stelle. Il ritmo con cui nuovi pianeti vengono scoperti non fa quasi più notizia. Chi non conosce, oramai, la sonda Kepler? (Potrei pentirmi di questa domanda, guardando Jersey Shore!). Il numero dei pianeti abitabili cresce e la nostra immaginazione viene alimentata moltissimo, quando si leggono queste notizie. Quel primo membro dell'equazione di Drake non è più un numero ma una Prospettiva. Dopo tutto non siamo affatto così piccoli: la nostra conoscenza copre il 3% dell'universo. Non è affascinante?
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