venerdì 20 luglio 2012

Il fine giustifica i mezzi

Ennesimo comunista dell'età moderna? Oppure il nuovo Robin Hood? Sta a voi valutarlo. Ci sarebbe da meditare a lungo su ciò che espone. Che mondo sarebbe senza TED?



È sorprendente come un'idea possa plasmare in modo significativo la società e le sue politiche. Considerate questa: se le tasse per i ricchi aumentano, la creazione di posti di lavoro diminuirà. Questa idea è un'articolo di fede per i repubblicani e raramente messa in dubbio dai democratici, e ha infatti plasmato gran parte del panorama economico.
Ma a volte le idee di cui siamo più che certi, sono decisamente sbagliate! Considerate che per migliaia di anni gli esseri umani hanno creduto che la terra fosse il centro dell'universo. Non è così! E un astronomo che crede ancora sia così, farebbe della pessima astronomia. Allo stesso modo, un parlamentare che crede che i ricchi siano creatori di posti di lavoro e quindi non dovrebbero essere tassati, farebbe altrettanto della pessima politica.
Ho cominciato aiutando decine di aziende a decollare e all’inizio ho assunto un sacco di persone, ma se non ci fosse stato nessuno che potesse permettersi di acquistare ciò che avevamo da vendere, tutte le aziende e tutti quei posti di lavoro sarebbero svaniti. Ecco perché posso dire con sicurezza che i ricchi non creano posti di lavoro e neppure le grandi o piccole imprese. Le offerte di lavoro sono una conseguenza di un cerchio vitale, un circuito di feedback tra clienti e imprese. E solo i consumatori possono mettere in moto questo circolo virtuoso tra la crescita della domanda e le assunzioni. In questo senso un semplice consumatore è più creatore di posti di lavoro di un capitalista… come me! Ecco perché quando gli uomini d'affari si prendono il merito di creare posti di lavoro, è un po' come dire che gli scoiattoli si prendono il merito per la teoria dell’evoluzione. In realtà è il contrario. Chiunque abbia gestito un business sa che assumere più persone è l’ultima carta da giocare per i capitalisti. Questo è quello che facciamo, se, e solo se, l’aumento della domanda dei consumatori lo richiede. E in questo senso, autodefinirci creatori di posti di lavoro non è solo impreciso: è falso. Ecco perché le nostre esistenti politiche sono così controverse. Quando le più grandi esenzioni fiscali e le aliquote fiscali più basse beneficiano i più ricchi in nome della creazione di posti di lavoro, tutto quel che succede è che i ricchi diventano più ricchi!
Dal 1980 la quota di reddito per quell'uno per cento degli americani più ricchi è più che triplicata, mentre le nostre aliquote fiscali effettive sono scese del 50 % … se fosse vero che abbassare le tasse per i ricchi e aumentarne i profitti, portasse alla creazione di posti di lavoro, oggi saremmo sommersi dai posti di lavoro ... [Applauso] – Eppure la disoccupazione e la sottoccupazione sono a livelli da record.
Un'altra ragione per cui questa idea è così sbagliata, è che non potranno mai esserci abbastanza persone ricche per alimentare una mega economia. Uno come me guadagna centinaia o migliaia di volte di più rispetto alla media americana, ma non faccio centinaia o migliaia di acquisti. La mia famiglia possiede tre automobili, non tremila.
Compro alcune paia di pantaloni e camicie all’anno come la più parte degli uomini americani. Di tanto in tanto si va a mangiare fuori con gli amici. Non riesco a comprare abbastanza di tutto per compensare il fatto che milioni di americani disoccupati e sottoccupati non possano acquistare nuove auto, eventuali vestiti o gustarsi una serata al ristorante. Né posso fare qualcosa per il calo dei consumi di quelle famiglie della classe media che stanno a malapena a galla, sepolte nella spirale dei costi, intrappolate da salari stagnanti o ridotti.
Ecco un incredibile dato di fatto: Se la tipica famiglia americana potesse mantenere ancora lo stesso reddito del 1970, oggi guadagnerebbe qualcosa come quarantacinque mila dollari in più all’anno. Immaginate che ne sarebbe della nostra economia se così fosse. Privilegi importanti sono stati elargiti a persone come me, “capitalisti” per essere percepiti come creatori di posti di lavoro al centro dell'universo economico e per il linguaggio e le metafore che usiamo per difendere ciò che le attuali disposizioni sociali declamano. Il passo è breve da creatore di posti di lavoro a creatore di voti. Ovviamente questo linguaggio non è stato scelto a caso, ed è semplicemente onesto ammettere che quando qualcuno come me viene chiamato creatore di posti di lavoro, non stiamo descrivendo come funziona l'economia, ma in special modo, stiamo facendo una rivendicazione, uno status dei privilegi che ci meritiamo.
Parlando di privilegi speciali, il differenziale straordinario tra il 15 % delle imposte che i capitalisti pagano su gli interessi maturati, dividendi e plusvalenze, e il 35 % delle quote marginali sul lavoro che gli americani comuni pagano, è un po' difficile da giustificare, senza un tocco divino. Questo è quel che è successo per gli ultimi trent'anni. I ricchi come me non creano posti di lavoro. I posti di lavoro sono la conseguenza di un ciclo misto di feedback di una reazione ecosistemica tra clienti e imprese. E quando la classe media cresce, le aziende crescono e assumono in ragione dei loro profitti. Ecco perché tassare i ricchi per pagare gli investimenti a beneficio di tutti è un affare fantastico per la classe media e i ricchi. Quindi, signore e signori, ecco un'idea che vale la pena diffondere. In un'economia capitalistica, i veri creatori di posti di lavoro sono i consumatori della classe media, e tassare i ricchi per effettuare investimenti per fare crescere e prosperare la classe media è la cosa più furba che si possa fare per la classe media, per i poveri e per i ricchi.
Grazie!
Traduzione a cura di Ezio Marano

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