venerdì 17 giugno 2011

Il veicolo spaziale europeo verso l'approvazione

Verrà verosimilmente approvata durante l’estate dall’Agenzia Spaziale Europea la costruzione del dimostratore dell’Intermediate Experimental Vehicle (IXV), il lifting body di concezione italiana, che verrà lanciato nello spazio con un razzo per poi fare ritorno sulla Terra come un aeroplano ed andare infine a paracadutarsi nell’Oceano Pacifico.

Il veicolo spaziale europeo IXV

Il debutto dell’IXV è previsto per la fine del 2013 tramite un vettore Vega che lo porterà ad una quota di circa 480 km. Il veicolo sperimentale poi farà il suo rientro sulla Terra planando con l’aiuto dei suoi flaps e del paracadute.

Secondo quanto descritto da Stephen Clark su Spaceflightnow.com, che ha raccolto le dichiarazioni di Giorgio Tumino, il Project Manager di IXV presso l’ESA, il veicolo ha passato la Final Critical Design Review lo scorso Maggio, ed ora i dirigenti dell’ESA stanno valutando i costi del progetto prima di siglare il contratto di produzione con la Thales Alenia Space di Torino.
L’approvazione formale del contratto dovrebbe avvenire a fine Giugno in un meeting di un comitato di pianificazione industriale.

TAS ha già siglato nel 2009 un accordo per essere il prime contractor di IXV, mentre i contratti individuali per la progettazione e la produzione dell’hardware vengono gestiti separatamente.
Dopo la firma del contratto finale di produzione fra ESA e Thales, quest’ultima avrà 27 mesi di tempo per per produrre le varie parti, costruire e testare il veicolo prima della sua spedizione al launch site di Kourou, nella Guiana francese.

Il costo complessivo della missione si aggirerà attorno ai 100 milioni di Euro, e va specificato comunque, che benché l’ESA abbia il budget per la costruzione dell’Intermediate Experimental Vehicle, non sono ancora disponibili per il momento i fondi per il lanciatore Vega. Questi fondi verranno elargiti durante la prossima riunione ministeriale che si terrà alla fine del 2012. Se l’ESA firmerà il contratto di lancio, allora IXV potrà venire lanciato nel quarto quarto del 2013, mentre la costruzione delle prime parti di hardware, sempre secondo quanto dichiarato da Tumino a Stephen Clark, dovrebbe incominciare già a Settembre di quest’anno.

Il programma IXV venne dibattuto anche nel Consiglio Ministeriale tenutosi nel 2008, dove l’Italia incrementò il proprio impegno economico relativamente a questo progetto, e venne quindi scelto come prime contractor Thales Alenia Space di Torino in sostituzione dell’originale consorzio precedentemente prescelto e composto da EADS Astrium e Finmeccanica.

La prima missione di IXV durerà solamente poche ore, ma questo prototipo avrà comunque un’importanza capitale per l’Europa. Il demo flight non raggiungerà l’orbita, ma le unità sviluppate, negli anni a venire potrebbero raggiungere l’International Space Station, o addirittura atterrare su altri pianeti o trasportare persone in orbita.

Il progetto IXV affonda le sue radici nel progetto europeo dello spazioplano Hermes, accantonato dall’ESA nel 1992. Hermes avrebbe dovuto essere la versione europea dello Space Shuttle, ma nonostante la progettazione avesse già raggiunto uno stadio avanzato, non venne mai costruito alcun velivolo. La missione di rientro atmosferico del 1998 servì a verificare l’efficacia degli algoritmi di controllo del volo, tuttavia l’IXV volerà con uno scudo termico nettamente migliorato e con delle aereosuperfici attive. Inoltre, il progetto ripescherà anche le ricerche svolte dall’ESA per il veicolo abitato X-38 della NASA.

Vediamo da più vicino le caratteristiche salienti dell’IXV.
IXV volerà con uno scudo termico ventrale avanzato composto da 28 piastrelle in ceramica, mentre la parte superiore sarà rivestita da materiale ablativo bianco.
Esso non avrà praticamente ali, somigliando essenzialmente ad un sigaro tozzo con le estremità smussate, quindi non atterrerà su di una pista come lo Space Shuttle. Il prototipo, della lunghezza di quasi 5 metri, farà la sua discesa nell’Oceano Pacifico appeso ad un paracadute. Una volta effettuato lo splash down, verrà recuperato dai mezzi della Marina Militare Italiana o da un natante commerciale.
Va specificato, comunque, che IXV nonostante l’assenza di ali, sarà in grado di effettuare alcune manovre nell’atmosfera grazie ai movimenti di due flaps elettromeccanici situati in coda al veicolo. Inoltre il suo design aerodinamico avente un L/D di 0,7 gli conferisce “una migliore controllabilità durante il volo, una maggiore manovrabilità ed infine, una migliore precisione in fase di atterraggio.” Ha spiegato Tumino.

In sostanza, la sua forma gli permetterà di volare attraverso l’atmosfera, anziché di precipitarvi semplicemente.
Quando il veicolo sperimentale incontrerà l’atmosfera, durante il rientro, le condizioni aerodinamiche ed ambientali saranno equivalenti a quelle che incontrerà IXV nei voli orbitali di routine in LEO, con una velocità di ingresso di 7,5 km/s.
Il naso del velivolo verrà alzato di 40 gradi, e la velocità verrà dissipata grazie ad una serie di virate simili a quelle eseguite dallo Space Shuttle prima dell’atterraggio.

Le analisi svolte sui dati raccolti durante questo volo sperimentale aiuteranno gli ingegneri a preparare una proposta agli stati membri dell’ESA per la continuazione del programma IXV dopo questo demo flight del 2013.

“Intravediamo le possibilità e le opportunità di raggiungere l’orbita e di eseguire anche atterraggi sul terreno, in modo tale da poter riutilizzare il sistema. Esso non sarà come lo Space Shuttle, che ha dei costi enormi perché è un mezzo enorme. IXV dovrà avere dei costi contenuti sostenibili dall’ESA.” Ha concluso Tumino.

Questo video mostra un artistic concept del veicolo



Fonte: AstronautiNEWS

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