martedì 19 luglio 2011

Allineamenti planetari

Gli schemi ordinati colpiscono la nostra attenzione: anche quando non ci sono.
Niente fila. In caso di allineamento i pianeti in realtà non si dispongono in fila uno dietro l'altro ma si trovano grosso modo nello stesso spicchio di cielo.
Alcuni astronomi danno ormai per certo che il prossimo allineamento diretto di Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Sole e Luna con la Terra, previsto fra circa un anno, causerà un accumulo degli strati magma nella crosta terrestre e cambierà l'equilibrio del nostro pianeta. Colossali onde di marea, tempeste con  venti a centinaia di chilometri l'ora e terremoti oltre i limiti della scala Richter devasteranno la nostra civiltà. Il recente crescendo di eventi sismici in tutto il globo non è che l'avvisaglia di questo cataclisma.
Così, perlomeno, annuncia sicuro il libro di Charles Berlitz che ho davanti. Data prevista per l'allineamento che causerà la fine del mondo: 1982. Titolo del libro che contiene il succitato annuncio dell'allineamento fatale: 1999, l'anno dell'Apocalisse.
Il celebre autore del bestseller Bermuda: il Triangolo Maledetto non ci aveva visto giusto, a quanto pare, e non è stato certo solo il profeta di sventure ad aver messo in relazione gli allineamenti celesti con le catastrofi terrestri: la previsione di terremoto a Roma per l'11 maggio scorso si basava sulle teorie di Raffaele Bendandi, che metteva in relazione le posizioni dei pianeti con gli eventi tellurici, e la paura per il 2012 sta ripresentando puntualmente lo stesso copione che fu proposto, con grande clamore mediatico, nel 1974 da John Gribbin e Stephen Plagemann nel libro The Jupiter Effect e, nell'era di Internet, da una miriade di siti con riferimento all'allineamento planetario del 5 maggio 200. Nonostante vengano puntualmente sbugiardate dai fatti, queste paure continuano insomma a riaffacciarsi.
Il fascino degli allineamenti cosmici deriva probabilmente dal fatto che gli schemi ordinati attirano istintivamente attenzione, tanto che spesso li troviamo (o crediamo di trovarli) anche dove non ci sono: un fenomeno che Michael Shermer definisce patterncity, o "schemicità". Una macchia su un muro diventa una figura divina, la foto sgranata di una montagna su Marte diventa una colossale scultura aliena di un viso terrestre. Tendiamo inoltre ad associare all'ordine un significato. Così, se i pianeti si allineano ne restiamo colpiti e pensiamo che questa anomalia debba voler dire qualcosa: probabilmente qualcosa di brutto.
Nel caso degli allineamenti planetari, però, a questi processi istintivi si aggiunge un inganno verbale. "Allineamento" ci fa pensare ai pianeti tutti in fila, come perle di una di una collana: un'immagine che stuzzica fortemente la nostra schemicità. Ma in realtà questo termine viene usato molto disinvoltamente (soprattutto dai catastrofisti) per indicare qualunque occasione nella quale alcuni dei pianeti del sistema solare si ritrovano grosso modo nello stesso spicchio di cielo. Per l'"allineamento" del 1982, per esempio, i pianeti erano in realtà distribuiti nel cielo terrestre su un arco di 130 gradi; per quello del 200, Marte, Saturno, Giove, Mercurio, Venere, Luna e Sole si trovarono lungo un arco di circa 25 gradi. E ad agosto 2010 cinque corpi del sistema solare erano separati in cielo da soli 22 gradi. In tutte queste occasioni non è accaduto assolutamente nulla, a parte forse un aumento delle vendite dei giornali sensazionalisti.
Disposizioni di questo genere, le cosiddette congiunzioni, sono oltretutto piuttosto frequenti: negli ultimi mille anni Marte, Giove, Saturno e il Sole si sono "allineati" con una separazione angolare di meno di 10 gradi ben dieci volte. Nel 1861, per esempio, la loro separazione fu di meno di quattro gradi, senza che vi fossero sconquassi geologici fuori dall'ordinario. Del resto, gli effetti gravitazionali sulla Terra da parte dei pianeti, anche se raggruppati nello stesso quadrante del cielo, sono trascurabili rispetto a quelli della Luna e del Sole.
Il prossimo grande allineamento è previsto per l'8 settembre 2040. Speriamo che per quella data l'umanità possa godersi serenamente lo spettacolo perchè avrà finalmente messo in riga questa inutile paura.

Articolo di Paolo Attivissimo
In Le Scienze di giugno 2011

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