A questo scopo la DARPA si è dotata di un gruppo non numeroso, ma composto di esperti di grande valore in molte branche del sapere umano, per individuare e sostenere studi e progetti che potrebbero portare cambiamenti rivoluzionari non solo per la sicurezza degli Stati Uniti, ma per l’intera società, americana e mondiale. Infatti il suo più grande successo è stato intuire, negli anni 60, che l’informatica e in partcolare il network computing sarebbe diventato, negli anni seguenti, il settore trainante dell’economia mondiale, e decidere quindi di costruire ARPANET, la prima grande rete di computer per collegare le università e i centri di ricerca americani, il nucleo originario del futuro Internet. Insomma, si può ben dire che, quando DARPA si muove, lo fa a ragion veduta.
E DARPA ha fatto la sua mossa nel gennaio scorso, quando David Neyland, direttore per la tecnologia tattica, di concerto con Peter Worden, direttore dell’Amos Research Center della NASA, ha convocato, con molta riservatezza, una trentina tra imprenditori e scienziati di grosso calibro, e anche qualche outsider, per discutere a livello informale di un argomento che oggi è considerato dalla scienza ufficiale totalmente tabù: il volo interstellare. L’iniziativa, denominata 100-Year Starship Study, deve il suo nome non tanto alla durata del volo vero e proprio, ma piuttosto al lasso di tempo necessario per la progettazione dell’astronave. Un piano a lunghissima scadenza della cui utilità DARPA è convinta, specialmente nei settori della propusione, dell’immagazzinamento dell’enegia e dei sistemi di supporto vitale, dove si otterranno benefici non solo per il Dipartimento della Difesa e la NASA, ma anche per il settore commerciale e privato.
Lo studio si è concluso, e per renderne pubblici i risultati DARPA e NASA hanno realizzato il sito ufficiale e convocato per il 30 settembre prossimo a Orlando (Florida) un congresso aperto, dove tutti coloro che hanno idee innovative in merito al volo interstellare potranno incontrarsi, avere voce e ottenere ascolto. La multidisciplinarietà è incoraggiata al massimo, tant’è che dagli organizzatori stessi vengono suggerite ben sette strategie di approccio al problema, che possiamo velocemente illustrare con qualche esempio:
“Se nel 1910 qualcuno avesse chiesto ad Einstein e a Marconi – conclude Neyland – di definire un sistema di comunicazione mondiale accessibile all’uomo della strada, cosa credete che avrebbero risposto? IPhone?”
- Soluzioni inerenti al problema del tempo e della distanza: tipi di propulsione, manipolazione e/o distorsione dello spaziotempo, navigazione, osservazione, percezione a velocità prossime o superiori a quella della luce
- Considerazioni a carattere sociale, economico e legale: profit o no-profit, l’economia nello spazio, telecomunicazioni con la Terra, possibili sviluppi politici
- Considerazioni filosofiche e religiose: perchè il volo interstellare , aspetti etici e morali, implicazioni nel caso vengano trovati mondi abitabili, oppure forme di vita
- Biologia e medicina: fisiologia e psicologia nello spazio , sospensione criogenica della vita umana , tecnologia medica nello spazio
- Habitat e scienza dell’ambiente: ricreare una gravità fittizia o farne a meno, effetti delle radiazioni spaziali, tossine ambientali , raccolta dell’energia e suo uso , agricoltura, dimensioni ottimali dell’habitat , ambienti che si auto-mantengono
- Destinazioni: criteri per la scelta della destinazioni , quante destinazioni per ogni missione
- Comunicazione del messaggio: come usare i media per rendere familiari la ricerca e i viaggi a lungo termine.
“Se nel 1910 qualcuno avesse chiesto ad Einstein e a Marconi – conclude Neyland – di definire un sistema di comunicazione mondiale accessibile all’uomo della strada, cosa credete che avrebbero risposto? IPhone?”
- The New York Times: “Offering Funds, U.S. Agency Dreams of Sending Humans to Stars”, by Dennis Overbye – August 17, 2011
- 100-Year Starship Study website
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