Vista schematica della pulsar PSR J1719-1438 che mostra la pulsar con il suo periodo da 5.7 ms, al centro e l'orbita della compagna, paragonata alla dimensione del Sole. |
È stato il radiotelescopio di Parkes, in Australia, a permettere l’osservazione della pulsar, PSR J1719-1438 a circa 4000 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Serpente. Ben presto però gli astronomi si sono accorti che gli impulsi radio che metteva anticipavano e ritardavano in modo sistematico, segno evidente della presenza di un pianeta in orbita.
Successive e più approfondite osservazioni anche con l’ausilio del radiotelescopio Lovell, nel Regno Unito, hanno permesso di determinare che la massa dell’oggetto è pari circa a quella di Giove e che il suo raggio è circa la metà di quello del pianeta gigante. Una simile densità è spiegabile solo ipotizzando che esso sia costituito in gran parte di carbonio e di ossigeno allo stato cristallino.
Con queste caratteristiche, il pianeta potrebbe essere il residuo di un peculiare processo di formazione in cui la materia gassosa in cui un’antica stella massiccia è stata assorbita dalla pulsar, che con il processo ha guadagnato velocità di spin fino ad arrivare agli attuali 173 giri al secondo.
“In quella fase lontana la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X, con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti”, ha spiegato Andrea Possenti, direttore dell'INAF-Osservatorio di Cagliari che hanno preso parte alla ricerca.
Il risultato lascia ben sperare per le future scoperte che saranno possibili con il Sardinia Radio Telescope, in completamento a San Basilio, in provincia di Cagliari, che avrà dimensioni identiche a Parkes, ma che sarà dotato di tecnologie molto più moderne.
Fonte
(immagine e didascalia tratta da Link2Universe)
(immagine e didascalia tratta da Link2Universe)
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