martedì 20 dicembre 2011

Le Roi de la fête

Immancabili nelle nostre tavole, champagne e spumanti sono e saranno (crisi permettendo) i protagonisti di questo periodo. Sono due gli ingredienti accessori più importanti per una bella celebrazione: tappi che partono a velocità relativistiche e le bollicine nei bicchieri.


Sinceramente preferisco degli sciacqui di lidocaina piuttosto che bere dello spumante o dello champagne, ma queste sono opinioni.
Di solito quando si acquista un prodotto e lo si assaggia, si verificano due situazioni: nel peggiore dei casi il consumatore non è soddisfatto di ciò che ha acquistato, quindi critica la moglie per la pessima scelta oppure, il soggetto in questione è il padre di famiglia, prova un forte senso di colpa. Nel migliore dei casi, se il prodotto è piaciuto, si guarda la provenienza e anche gli ingredienti. Se poi il consumatore è particolarmente curioso, si mette ad osservare in modo scettico la sostanza e si domanda: "Sarò stato vittima della pubblicità o apprezzo davvero quanto ho acquistato?"
Scherzi a parte, una delle cose che più colpisce degli champagne e degli spumanti sono le bollicine. Una delle tante Big Questions riguardo questi enti aereiformi sono: perchè c'è qualcosa invece che nulla? Qual è lo scopo della loro vita? Chi le ha create?

C6H12O6 → 2 C2H5OH + 2 CO2
I rapporti stechiometrici ci raccontano che 180 g di glucosio producono 92 grammi di etanolo e 88 di biossido di carbonio, senza scendere nei decimali. Un litro di succo d’uva contiene circa 200 g di zuccheri, dai quali si ottengono 102 g di alcol etilico (13% in volume circa) e 98 g di biossido di carbonio, che alla pressione di un atmosfera e 0°C corrispondono a 38 litri.


Quando si stappa una bottiglia, all'improvviso cade la pressione interna del contenuto e diventa pari a quella atmosferica (1013,25 millibar). La tensione del vapore dell'anidride carbonica cade bruscamente ed allora parte dell'anidride carbonica si separa dal liquido formando delle bolle. All'inizio queste bolle si formano dappertutto, disordinatamente, perchè la pressione è caduta rapidamente, poi diminuiscono di numero e di dimensioni. Dopo di ciò partono solo da alcuni punti e il motivo è il seguente: la pressione parziale dell'anidride carbonica è ormai vicino all'equilibrio. Per ristabilire l'equilibrio, l'anidride carbonica che deve abbandonare la bottiglia è poca, quindi non si formano più tutte quelle grandi bolle , ma delle microbolle, piccolissime, invisibili ad occhio nudo. Nei punti in cui la bottiglia ha delle piccolissime imperfezioni (a livello microscopico) tali microbolle rimangono come intrappolate, e quindi possono accrescersi per aggiunta di altre microbolle in formazione, fino a raggiungere le dimensioni visibili e ad avere la grandezza necessaria a staccarsi.

Immaginatevi una classe con dentro un numero moderato di alunni. Nel momento in cui la bevanda viene aperta, gli alunni impazziscono, come solo all'intervallo sanno fare. Quando entra l'insegnante (ossia quando il tempo passa), gli alunni si rimettono ai propri posti e preparano il materiale (le bollicine ordinate).

Chi le ha create?
La prise de mousse è il procedimento che porta il vino a diventare frizzante. Le bottiglie vengono così accatastate orizzontali, in cantine dove umidità e temperatura sono costanti e si è in assenza di vibrazioni, odori e rumori, oltre ad una luce scarsa. La luce, infatti, potrebbe provocare l'ossidazione del vino: per questo il vetro delle bottiglie è scuro.
I lieviti trasformano gli zuccheri in alcol etilico ed anidride carbonica che questa volta non potendo fuoriuscire si discioglie nel vino; inoltre i lieviti arricchiscono il vino di aromi e sapori.

Cosa contraddistingue queste bevande da tutte le altre?
La corona e l'altezza!

Fonti

2 commenti:

  1. Ciao Gabriele, questo sarebbe un ottimo sequel per l'articolo che hai citato, di cui ti ringrazio.

    Tanti cari auguri!

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